Sempre più paesi dicono no alle lampade UV ai minorenni ed agli adulti

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Sempre più paesi dicono no alle lampade UV ai minorenni ed agli adulti

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I minorenni di molti paesi dovranno ben presto dimenticare la consueta “lampada” fatta prima di partire per le vacanze: prima dei 18 anni, infatti, sarà impossibile sottoporsi a una seduta di raggi UV con lampada viso e corpo. I centri abbronzatura seri chiederanno un documento di identità e, se la maggiore età non sarà stata raggiunta, il personale rifiuterà di far accedere alla cabina. Un vero e proprio giro di vite, insomma, che prenderà piede in molti paesi europei e non solo, dopo che esperti ed autorità hanno definitivamente preso atto dei danni alla pelle collegati all’abitudine del sottoporsi alle lampada abbronzanti. Sono infatti molte le ricerche scientifiche che testimoniano come i raggi UV per l’abbronzatura indoor causi aumento dei radicali liberi all’interno della pelle, foto-invecchiamento e, infine, gettano le basi per i tumori della pelle, dal melanoma alla cheratosi attinica. L’elenco dei paesi che si stanno schierando contro la lampada abbronzante è oggetto di uno studio americano, pubblicato in rete dalla rivista ‘Archives of Dermatology’ del network ‘Jama’.

Anche l’Italia le vieta ai ragazzini
Diversi governi nel mondo stanno seguendo l’esempio del Brasile e Francia, gli unici due paesi con una legislazione all’avanguardia: vietando le lampade artificiali ai ragazzini. Dal 2011, sono aumentati i paesi che la pensano come loro: al momento sono in tutto 11, senza contare l’Italia: Spagna, Portogallo, Germania, Austria, Belgio, Inghilterra, Galles, Irlanda del Nord e Scozia. In Italia esistono circa 13.000 esercizi autorizzati a fornire alla clientela sedute di lampade abbronzanti. Oltre a questi, ne esiste un migliaio circa non autorizzati, presenti in hotel, palestre, piscine, esercizi di parrucchieri. A parere del mondo scientifico, la diffusione degli apparecchi per l’abbronzatura è così diffuso che è necessaria una regolamentazione normativa. Qualche anno fa, alcuni i senatori avevano presentato un’interrogazione all’allora ministro del Lavoro, Salute e Politiche Sociali Maurizio Sacconi e a Claudio Scajola, al tempo ministro dello Sviluppo Economico, ricordando che la legge sull’attività di estetista (legge n. 2 del 1990) prevedeva norme precise. Tali norme dovevano essere emanate entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, invece sono stato necessari quasi vent’anni prima che le lampade abbronzanti a raggi uva fossero vietate in Italia ai minori di 18 anni, alle donne in gravidanza, alle persone con pelle molto chiara e a chi soffre di particolari malattie.

In Francia, fuorilegge anche per gli adulti
E in Francia l’abbronzatura artificiale potrebbe addirittura essere vietata anche agli adulti: le lampade abbronzanti destinate a uso estetico e non curative, per particolari patologie come la vitiligine o la psoriasi ad esempio, secondo un gruppo di esperti non vanno più ammesse, proprio per evitare, negli anni, il proliferare di casi di tumore della pelle. Sulla responsabilità dei raggi UV nell’insorgenza del melanoma concorda anche l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – IARC- e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), alzando il livello di rischio delle apparecchiature UV, passandole dalla categoria di «probabili cancerogeni» a quella di «cancerogeni per l’uomo». A queste conclusioni gli esperti dell’IARC sono giunti dopo aver constatato, in oltre venti studi epidemiologici, di quanto il rischio di melanoma sia salito: ben del 75 per cento se l’uso delle apparecchiature abbronzanti inizia prima dei 30 anni. E non basta: il rischio è aumentato dal fatto che le lampade solari di lettini e docce sono poco sicuri. Lo ha verificato uno studio al momento parziale, pubblicato dalla Commissione Ue lo scorso febbraio, dopo che gli esperti della Commissione stessa hanno eseguito un monitoraggio sui lettini abbronzanti di 300 centri estetici e beauty farm d’Europa.

Giorgia Andretti

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