Il viso è il nostro biglietto da visita, è l’immagine che ci presenta agli altri. La percezione dell’immagine che offriamo al pubblico è importate per il nostro essere a tutte le età. Lo è ancora di più in adolescenza, quando l’aspetto fisico è oggetto di severa autocritica e dove viene attribuita molta importanza all’apparenza. Per questa ragione, i ragazzi e le ragazze con problemi di acne, non sono pochi, possono avere seri problemi a relazionarsi con gli altri troppo spesso, infatti, compare: insicurezza, perdita di autostima, fino ad arrivare a veri e propri problemi di ansia e depressione.
Le cicatrici dell’acne sull’animo, insomma, sono ben più serie di quelle sulla pelle del viso. Uno studio pubblicato sul British Journal of Dermatology sostiene che l’acne si associa alla depressione. I ricercatori dell’università canadese di Calgary hanno utilizzato il database britannico The Health Improvement Network – Thin, analizzando le storie di 134.427 uomini e donne con acne e di oltre un milione di individui che invece non avevano mai avuto il disturbo, seguendone le storie cliniche e i comportamenti per quindici anni. Nel corso di questi anni si è ammalato di depressione grave il 18,5% di quelli con acne, contro il 12% degli altri. Sono stati eliminati i fattori che avrebbero potuto influenzare i risultati: obesità, sesso, status sociale, consumo di alcol, disagi sociali quindi, i ricercatori hanno calcolato che l’incremento del rischio di depressione durava cinque anni, esattamente i primi cinque anni dopo la diagnosi. Con un picco massimo, del 63%, nel primo anno. Lo studio mette in relazione insomma l’acne con i disturbi depressivi: i secondi potrebbero essere realmente una conseguenza della prima, o, se non altro, avere l’acne può essere un fattore scatenante.
Non è giusto quindi sottovalutare una forma di acne, considerandola un problema poco importante, alla stregua di un disturbo estetico destinato a scomparire con l’età. È invece essenziale affrontarla. L’acne è una malattia della pelle tipica dell’adolescenza, i primi segnali già alle elementari, quando si verificano le tempeste ormonali della pubertà. Gli ormoni sessuali stimolano l’attività dei bulbi piliferi e delle ghiandole sebacee, gli apparati alla base del pelo. Le ghiandole producono più sebo di quanto non riescono a far defluire attraverso il poro della pelle a ridosso del pelo. Il condotto quindi si infiamma e si produce del pus. La situazione è resa più seria dall’attività di un batterio che vive nella pelle, il Propionibacterium acnes. Nel corso dell’adolescenza, ne soffre circa l’85% dei soggetti tra i dodici e venticinque anni, nel 3% dei casi si tratta di forme gravi e si possono avere ricadute in base ai periodi di stress intenso, quando l’attività ormonale aumenta. Una visita dermatologica è importante, per imparare prima di tutto una corretta igiene del viso: l’impiego di particolari saponi aiuta a rimuovere il sebo in eccesso e mantiene liberi i pori della pelle. Inoltre, sono necessari farmaci specifici, come le pomate a base di acido benzoico attive contro il batterio. Possono essere utili anche antibiotici specifici nei casi più seri e, per le ragazze, è bene effettuare un dosaggio ormonale per escludere che ci sia un’alterazione dell’attività ovarica. In questo caso infatti per curare l’acne può essere necessario assumere la pillola contraccettiva. Anche i trattamenti medico-cosmetici e dermatologici, come i peeling a base di acido glicolico, acetico o cogico, leggeri esfolianti possono restituire levigatezza alla pelle.
Sahalima Giovannini