Una ricerca per capire perché gli spermatozoi sono in calo nei ragazzi

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Una ricerca per capire perché gli spermatozoi sono in calo nei ragazzi

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Le coppie infertili sono in costante aumento, è un dato di fatto. La causa di questa mancanza è spesso legata a un problema di entrambi i componenti della coppia, ma non di rado la responsabilità, per quanto involontaria, è dell’uomo. Soprattutto oggi: nel corso degli ultimi decenni, infatti, è stato notato un progressivo deterioramento nella qualità e nella quantità del liquido seminale maschile, rispetto alle epoche passate. Una volta, infatti, di figli se ne mettevano al mondo tanti e con meno difficoltà. Oggi diventare padre non è così facile. Le cause sono sicuramente legate all’invecchiamento: un tempo si diventava genitori in età molto più precoce rispetto a oggi. Secondo gli esperti, però, le cause del calo della fertilità, soprattutto nel maschio, non sono legate esclusivamente al fattore età ma ad altre concause più o meno importanti. Già nei ragazzi di vent’anni, quando la produzione di spermatozoi dovrebbe essere elevata, si nota infatti un calo nella qualità del liquido seminale.

Meno spermatozoi nei ragazzi sedentari
Le motivazioni sono state indagate da un gruppo di ricercatori americani, che tra il 2009 e il 2010, hanno analizzato lo sperma di 189 ragazzi di età compresa tra i 18 e i 22 anni, tutti provenienti dalla città di Rochester, negli Stati Uniti. Oltre la metà dei giovani non aveva problemi di peso in eccesso; un quarto del campione era fumatore. I ragazzi praticavano attività fisica in modo non omogeneo: alcuni si limitavano a cinque ore alla settimana, altri erano decisamente più sportivi, con un monte sport di ben 14 ore settimanali. Eterogenea anche la consuetudine di vedere la TV, un’attività che per alcuni occupava fino a 20 ore alla settimana, ma che altri limitavano a quattro ore, quindi poco più di mezz’ora al giorno. Nello studio del liquido seminale, è emerso che i giovani più sedentari avevano mediamente una concentrazione di spermatozoi inferiore ai ragazzi più sportivi, pari a circa 24 milioni di spermatozoi. Lo studio ha provato di quanto l’attività fisica costante influenza la conta generale di cellule seminali, ma non sono stati dimostrati effetti su motilità, forma e volume del campione di sperma. Gli esperti hanno individuato la sedentarietà davanti alla TV uno dei fattori negativi sulla spermio genesi: chi la guarda a lungo ha una conta più bassa del 44% rispetto a chi vi dedica meno tempo.

Quanto conta l’alimentazione
Lo studio è stato condotto in modo tale da non considerare altri fattori nocivi per la qualità dello sperma. Non è stato, per esempio, preso il considerazione il vizio del fumo, un agente che già da tempo è dimostrato come nemico della fertilità, sia maschile che femminile. Già dal 1994 sappiamo con certezza di quanto il fumo influenzi in modo particolare sia la quantità degli spermatozoi che la loro vitalità e motilità. È quindi importante ribadire, ancora una volta, che la sigaretta non causa solo danni polmonari e respiratori, ma può diventare una concausa del calo della fertilità, soprattutto perché oggi è sempre più precoce l’età del primo tiro. Per quanto riguarda l’alimentazione, uno studio americano recente ha dimostrato che consumare ogni giorno adeguate porzioni di frutta, verdura, pesce e cereali integrali aumenta la motilità degli spermatozoi. Questi cibi infatti contengono minerali, vitamine ed acidi grassi che nutrono a fondo le ghiandole produttrici di spermatozoi. Al contrario, le tossine contenute nei cibi troppo grassi, alimenti molto amati dai ragazzi, non consentono un ottimale rifornimento delle sostanze nutritive utili alla produzione dello sperma. Le indicazioni generali, insomma, sono: evitare si sostare troppe ora davanti alla TV, fare tanto sport in modo regolare e privilegiare la sana alimentazione. I trucchi per mantenere sana la fertilità dei nostri figli sono davvero a portata di mano. A completamento del tutto, è opportuna una visita dall’andrologo, senza timidezza, all’avvicinarsi dell’età dello sviluppo.

Sahalima Giovannini

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