Il composto utilizzato per biberon, bottiglie e oggetti in plastica è stato dichiarato fuorilegge a scopo precauzionale. Ma chi ne ha fatto un uso corretto non si deve preoccupare.
Le aziende produttrici di biberon non potranno più utilizzare il Bisfenolo A (BPA). Il divieto alla produzione inizierà dal prossimo mese di marzo, mentre la vendita al dettaglio sarà proibita solo qualche mese più tardi: dal primo di giugno 2011. La messa la bando del composto, che già da tempo era all’attenzione degli esperti per possibili conseguenze alla salute, è stata decisa dall’Unione Europea dopo trattative durate mesi.
Che cos’è il Bisfenolo A?
Il BPA è una sostanza chimica utilizzata nella produzione di materie plastiche, tra cui quelle che comunemente si impiegano per i biberon, per le bottiglie d’acqua o per le bibite con il sistema del vuoto a perdere o per le stoviglie di plastica. Il problema legato al suo utilizzo nasce dalla trasmigrazione di piccole quantità di composto verso gli alimenti e, secondo i vari studi che si sono succeduti nei decenni, il BPA sarebbe nocivo all’organismo, in particolare a quello dei bambini. Lo sviluppo cerebrale e cognitivo dei più piccoli potrebbe subire danni proprio a causa dell’ingestione di minime particelle di Bisfenolo A. Inoltre la sostanza, secondo altre ricerche, potrebbe causare disturbi anche negli adulti, tra cui la sterilità nei maschi, l’obesità e l’endometriosi nella donna. Il BPA agirebbe infatti come interferente endocrino, causando disturbi al sistema ormonale e predisponendo a queste malattie.
Fuori produzione dalla primavera
Da mesi i 27 Paesi dell’Unione Europea discutevano se fosse realmente necessario bandire questa sostanza dalla produzione delle materie plastiche. Danimarca e Francia avevano deciso di vietare l’uso del BPA, come avevano già fatto Canada e Australia. Prima della decisione, l’EFSA, Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, nella sua valutazione del rischio legata al BPA, nel 2006 aveva fissato la dose giornaliera tollerabile a 0,05 milligrammi per kg di peso corporeo. La stessa dose era stata riconfermata come innocua in un successivo parere emesso dall’Efsa nel 2008, sulla base dell’affermazione che l’esposizione al BPA è notevolmente inferiore a 0,05 mg/kg della dose fissata e che l’organismo lo metabolizza ed elimina rapidamente sia negli adulti sia nei neonati. È di circa un anno fa la richiesta all’Efsa di valutare gli ulteriori danni al sistema neuro-evolutivo, a seguito del divieto assoluto da parte del Canada sull’utilizzo del BPA. La sostanza incriminata è stata oggi dichiarata fuorilegge e, dalla prossima primavera, le aziende non potranno più utilizzare il BPA per la produzione dei biberon e di moltissimi altri oggetti di uso comune: il rivestimento di alcuni barattoli di alimenti, i coperchi, i piatti in plastica, i boccioni d’acqua dei distributori da ufficio.
Il buon uso limita il rischio
Notizie di questo genere non possono che mettere in allarme i genitori di bimbi piccoli, visto che negli ultimi anni sono stati spesso utilizzati biberon in plastica. Noi ci sentiamo però di tranquillizzare coloro che hanno utilizzato i biberon per i propri figli: la sostanza è stata “bandita” a scopo precauzionale. Le case produttrici di articoli per l’infanzia offrono valide alternative da utilizzare per l’alimentazione dei bambini, a partire dai biberon in vetro, fino a quelli in plastica senza Bisfenolo A. Inoltre, un uso corretto degli oggetti contenenti Bisfenolo A limita la migrazione della sostanza dal contenitore al liquido. Secondo gli esperti, infatti, trasmigra una maggiore quantità di BPA se il liquido immesso nel contenitore è molto caldo: questo fatto si verifica raramente, perché è difficile che un bambino piccolo accetti di buon grado un liquido bollente. Generalmente vengono proposti alimenti tiepido o a temperatura ambiente sia che si tratti di latte, tè deteinato, tisane o altro. Questa norma sul calore, che di solito adottano tutte le mamme, limita di molto il passaggio di BPA alla bevanda. Inoltre, la migrazione aumenta quando il biberon è usurato con le tipiche screpolature “a ragnatela” che compaiono sulla superficie. È difficile però ipotizzare che vengano utilizzati biberon rovinati, i genitori normalmente sostituiscono l’articolo usurato con uno nuovo. Anche in questo caso, insomma, il buon senso si sarà rivelato essenziale.
dott.ssa Rosalba Trabalzini