È bene aver chiaro che le difficoltà di salute mentale possono presentarsi indipendentemente da quanto siamo attenti e presenti nella vita dei nostri ragazzi. È naturale, come genitori, desiderare il meglio per i nostri bambini e spesso, di fronte a problematiche di salute mentale, possiamo sentirci colpevoli o responsabili. Tuttavia, è fondamentale comprendere che questi problemi non sono necessariamente il risultato di un nostro fallimento come educatori. La negazione di una problematica è una reazione comune poiché vogliamo credere che tutto vada per il meglio e che ogni difficoltà possa essere temporanea o passeggera. Ma è proprio attraverso il riconoscimento del malessere dei nostri figli che possiamo realmente aiutarli. Accettare la realtà di un malessere psichico non è una resa, ma un atto di supporto e amore. Aprire un dialogo sincero sulle sfide di salute mentale consente di instaurare una comunicazione aperta e onesta, fondamentale per trovare le soluzioni più adatte.
Se i bambini mostrano cambiamenti nel comportamento, come un maggiore bisogno di isolamento, dormire di più o di meno, aumentare o iniziare a usare droghe o alcol e interrompere le attività che normalmente amano, questi possono essere segnali di problemi di salute mentale. Il bambino potrebbe anche mangiare meno perché ha meno appetito o perché il cibo non gli piace più. Questi cambiamenti sono tutti causati dall’anedonia, un sintomo di depressione che fa sì che una persona non tragga più gioia dalle esperienze della vita, ha affermato. Riconoscere le difficoltà dei nostri figli è un segno di forza, non di debolezza. Come genitori, la disponibilità a comprendere e ad agire con amore e determinazione farà una grande differenza nel cammino della crescita e del benessere dei figli. Ecco perché nel libro: La rabbia: analisi di cinque casi di violenza, il libro che tutti i genitori dovrebbero leggere, sostengo che i ragazzi hanno bisogno di essere attenzionati fin dalla prima adolescenza con tre colloqui screening, uno ogni due anni: uno a 12, uno 14 ed uno a 16 anni come suggerito nelle ultime pagine del testo.
Se dai tre incontri screening non si evidenzia alcun disagio, l’adolescente può continuare la sua crescita senza alcun aggiustamento. Se però, dagli screening dovessero evidenziarsi una qualche difficoltà di ordine psichico è bene che l’adolescente venga attenzionato e se necessario avviarlo alla psicoterapia, sempre sulla prescrizione dello psichiatra. Si tratta di affidare l’adolescente alla supervisione dello psicoterapeuta. Sono incontri con un professionista della salute mentale, psichiatra o psicologo specializzato in psicoterapia, una volta alla settimana per circa 50 minuti. Le tecniche cognitivo comportamentali sono basate sulla ricerca di come si sono evolute le idee non adeguate alla realtà e la loro rimessa in ordine è finalizzata alla risoluzione del problema. Lo screening deve essere effettuato dallo psichiatra, il medico della salute mentale abilitato ad emettere la diagnosi ed a stabilire cosa è necessario, ovvero: solo psicoterapia, solo farmacoterapia, o associazione tra psicoterapia e farmacoterapia, la soluzione ottimale per la risoluzione delle problematiche di tipo psichico.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Medico psichiatra, Psicoterapeuta CBT, Laurea in Psicologia clinica
Il Covid-19 ha colpito al cuore anche l’economia, tutto si è fermato, pubblicità compresa, l’unica forma di sostentamento per fare e diffondere l’informazione medico-scientifica, obiettivo principale di Guidagenitori.it
I nostri giornalisti, tecnici informatici e tutti gli altri operatori che sorreggono il giornale, continuano a svolgere regolarmente il lavoro per offrire gratuitamente i servizi editoriali, nonostante le difficoltà economiche. Ecco perché il vostro contributo è prezioso.