Sono molte le mamme che scelgono la fine delle vacanze estive per riprendere il lavoro dopo l’assenza del dopo parto. Eppure è proprio quando i bambini sono più grandicelli che avvertono in modo più intenso il distacco dalla mamma. Comunque il tempo migliore per rientrare al lavoro è prima dei sei-sette mesi oppure dopo i 10-11 mesi. Questo per evitare il trauma del distacco che si compie all’ottavo mese. È un momento difficile anche per la mamma che deve lasciare il piccolo in lacrime e affidarlo alla tata, alla nonna o alle educatrici: braccia amorevole sicuramente, ma quelle della mamma sono uniche.
La tentazione di restare a casa con il bambino, rinunciando allo stipendio ma anche evitando di pagare una persona, è forte. Eppure ci sono tanti aspetti che spingono a tenersi la propria occupazione. Non si tratta solo del contributo che si apporta al bilancio famigliare. Mantenere una propria identità professionale ripaga nel tempo la grande rinuncia di oggi. La professione fa parte della propria identità, è un altro modo importante per esprimere la propria personalità e le capacità, per finalizzare quello che si è appreso a scuola. Il primo pensiero deve essere sicuramente il benessere e la serenità dei bambini, ma la tranquillità di un bimbo inizia anche dall’avere una mamma serena, che vive il proprio lavoro come una parte importante di sé. Iniziamo a rassicurare indirettamente il piccolo respingendo pensieri del tipo domani non sarò qui a occuparmi di lei/lui. È una convinzione che fa leva sul senso di colpa, una sensazione sbagliata da allontanare con forza.
Una buona strategia può essere lasciare il piccolo al mare o in montagna con i nonni, se sono disponibili. In questo modo nostro figlio imparerà a stare lontano dalla mamma, e potrà capire che può godere di bei momenti e che la mamma ci sarà sempre anche se tornerà dopo uno o due giorni. Inoltre, si sentirà circondato di affetto e di attenzioni dai nonni, godrà ancora per qualche giorno di un clima salubre e si divertirà ancora a giocare sulla spiaggia, a passeggiare o a fare un giro in giostra. Il momento di andare a nanna alla sera o al momento del sonnellino sarà forse difficile ma è proprio abituandosi a non avere la mamma vicina in queste circostanze che farà crescere il bambino.
In città, invece, ogni mattina ci sarà un distacco nuovo. Prima di tutto cerchiamo di rendere il momento meno brusco, alzandoci un po’ prima per avere tempo di giocare qualche minuto con il piccolo. Proviamo a uscire dal lavoro un’ora prima per qualche giorno per rendere meno lungo il tempo della lontananza da casa. Se il luogo di lavoro non è troppo distante da casa, possiamo tornare a casa per pranzo o chiedere alla baby sitter o ai nonni, di portarlo in ufficio nello spazio del caffè. Conoscere alcuni colleghi potrebbe essere divertente e rasserenante per il piccolo. Tutto questo servirà a rassicurarlo, lo indurrà a pensare che la mamma si trova in un posto reale, circondata da persone amiche. Quando la sera torniamo da lui, coccoliamolo a lungo, evitando però di riempirlo di giocattoli o di chiudere un occhio su eventuali capricci. Non abbiamo nulla da farci perdonare.
Giorgia Andretti
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