Negli ultimi anni, i progressi della scienza hanno posto grandi domande sulla salute, sulla difesa della vita, sul valore della guarigione e anche sulla morte. Temi complessi, che per molti versi coinvolgono oltre che la medicina propriamente detta anche la bioetica. Temi, inoltre, ai quali non è possibile restare indifferenti, tanto che il mondo medico oggi può essere considerato diviso in due parti: quelli che operano secondo i dettami della medicina secondo scienza e coscienza e quelli che, invece, in nome dei principi cristiani cattolici si possono definire obiettori di coscienza. Sono questi ultimi a opporsi a scelte che contrastano con l’etica religiosa della difesa della vita, che si tratti di somministrare un contraccettivo oppure di praticare una interruzione di gravidanza.
Malattia come momento di preghiera
È indubbio che la salute e la guarigione siano valori universalmente accettati dai cattolici, anche se non mancano correnti di pensiero, tipiche soprattutto dei tempi passati, che accettavano la malattia e, quindi, il dolore e le sofferenze, come prove mandate da Dio da accettare in serenità. Come sostengono le sacre scritture, infatti, il fine ultimo per l’uomo non è la felicità su questa terra, ma la vita eterna nel regno dei cieli. È vero però che il cattolicesimo riconosce il desiderio di ottenere la liberazione dalla malattia e di capirne il senso quando se ne fa l’esperienza. La malattia è concepita come un momento privilegiato di preghiera, chiedendo sì la guarigione ma accettando la volontà divina.
Tutelare prima di tutto i bambini
La religione cattolica, d’altra parte, non impedisce nessuna pratica che aiuti a vivere in piena salute. Un buon cattolico può e deve andare dal medico se sta male, assumere antibiotici, sottoporsi alle vaccinazioni, effettuare trasfusioni se necessario. La religione cattolica non impedisce nemmeno il trapianto di organi e, anzi, si potrebbe affermare che rendersi disponibili alla donazione e all’espianto sia una forma di generosità e altruismo che avvicina molto la medicina agli insegnamenti del Vangelo. Altre forme religiose, invece, come per esempio i testimoni di Geova, non permettono che siano effettuate trasfusioni di sangue e per questo è già capitato che alcune persone abbiano perso la vita. A questo proposito, la Suprema Corte degli Stati Uniti ha deliberato che il diritto a osservare il proprio credo religioso non include la libertà di esporre la comunità o i bambini a malattie infettive, a cattiva salute o morte. La salute dei bambini, insomma, è un diritto che va al di sopra di qualsiasi credo religioso.
Mai sostenere l’interruzione di gravidanza
Una questione a parte, molto complessa, è quella della contraccezione, dell’aborto volontario e soprattutto del fine vita. Infatti, un caposaldo della Chiesa è difendere la vita fino all’ultimo e contro tutto, anche se è presente sofferenza o malattia. Per questo viene tutelato l’embrione di poche settimane nel grembo materno, perché già dotato di anima, mentre per la medicina esso è un grappolo di cellule che si moltiplicano biologicamente. Per lo stesso motivo si verificano accesi dibattiti sulla questione del testamento biologico e dell’eutanasia, che la Chiesa non potrà mai, istituzionalmente, approvare. La dimostrazione della difesa della vita viene proprio da una dichiarazione di papa Francesco a proposito del virus Zika: in Brasile, le donne incinte contagiate possono interrompere la gravidanza, per evitare che il bambino nasca con microcefalia. Il Pontefice non ha usato mezzi termini: interrompere la gravidanza è uccidere una vita per salvarne un’altra e facendo questo non ci si distacca dai comuni assassini.
Giorgia Andretti