Da sempre il mese di maggio è il periodo riservato alle Prime Comunioni. Da cattolici e credenti, proveremo con ogni probabilità una intensa emozione, anche se, forse, abbiamo già vissuto questa esperienza spirituale con altri figli più grandi. Un bambino davanti ai festeggiamenti per la Prima Comunione, è chiamato ad ampliare la sua esistenza spirituale e umana. In punta di piedi entra con una maggiore convinzione,a far parte della comunità di fedeli, con i suoi obblighi morali e le sue responsabilità.
Un momento importante e carico di emozione
Quando le porte della chiesa si apriranno e lasceranno intravedere il nostro bambino percorrere la navata assieme agli stessi piccoli con i quali ha condiviso gli anni della materna e delle elementari, il nostro cuore si riempirà dolcemente di commozione. Non sarà facile trattenere i lucciconi al pensiero di quel bimbo già così grande da poter ricevere un importante sacramento come quello della comunione. Da quel momento, ogni volta che, la domenica, deciderà di avvicinarsi alla Comunione, sarà una sua totale responsabilità a simboleggiare la sua crescita. Non dipenderà più da noi. Sarà lui a dover fare i conti con la propria interiorità, con il sentimento della fede e della coerenza. Sarà lui a dover decidere se è degno di ricevere l’ostia oppure se il suo comportamento pratico o morale lo mettono in contrasto con il valore del sacramento, tanto da indurlo a confidarsi nel confessionale. Forse, all’inizio per lui ricevere l’ostia sarà un modo di essere uguale agli altri: a otto, nove, dieci anni è importante per rafforzare la sua autostima condividere con i coetanei esperienze, modi di essere e tipo di abbigliamento.
Insegniamogli a crescere nella fede
Spieghiamogli che accogliere l’ostia nel nostro corpo corrisponde al più profondo dei sentimenti: la fede, dono prezioso per coloro che hanno la fortuna di averlo. Certo, questi ultimi anni della fanciullezza lasciano un abbozzo di fede, senza costrizioni o paure di punizioni divine, come veniva insegnato ai tempi delle nostre nonne. Lasciamo che sia lui a decidere se frequentare la chiesa, sedendosi magari con i suoi amici. Suggeriamogli di mostrarsi cresciuto nella fede compiendo di tanto in tanto un gesto di carità, non di inutile rinuncia, ma di apertura verso il prossimo: donare qualcosa ai bisognosi, aiutare un compagno di classe in difficoltà, imparare ad avere ogni giorno più rispetto verso gli adulti e gli anziani. Con il passare del tempo, sarà lui il nostro bambino ormai adolescente a decidere se continuare ad avere nella Chiesa un punto di riferimento quotidiano, una via morale che lo guiderà verso il giusto comportamento, oppure se il suo sentimento di fede si orienterà verso un modello di vita più laico, o magari verso un credo religioso diverso. Noi gli avremo comunque fornito, guidandolo nella Prima Comunione, gli strumenti e le basi per proseguire la sua crescita spirituale.
Non esageriamo con i regalo costosi
Un atteggiamento educativo inizia proprio nel giorno della cerimonia. Essendo quella una festa, viene sempre più spesso celebrata con doni costosi, pranzi e cene al ristorante. È giusto che nostro figlio abbia un ricordo speciale e indimenticabile del giorno della condivisione del Corpo di Cristo. E non perché, come succede oggi, ha ricevuto l’IPod, la console della Wii o addirittura il cellulare. Questi oggetti, agognati dai nostri figli come status symbol, lasciamoli al compleanno, all’onomastico oppure al Natale. Regalare gli oggetti del desiderio il giorno della Prima Comunione, distolgono la sua attenzione dal significato profondo del sacramento, dall’ascolto di Dio che parla dal cuore, impoverendo l’occasione del suo significato mistico e profondo. Un dono è necessario ma la scelta deve essere ampia e poco o niente materiale: un buon libro ben rilegato con la biografia di un personaggio eroico o di uno scienziato, oppure un Cd di musica nella top ten delle vendite o un week end in una città d’arte, da trascorrere assieme alla famiglia. Sono questi i doni che dovrebbero essere offerti affinché resti davvero un buon ricordo della prima Comunione.
Sahalima Giovannini