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Bagni divertenti, senza pericoli

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Non è sufficiente il buon senso, per trarre da un bagno in mare con i bambini divertimento e refrigerio. È necessario leggere i bollettini delle Capitanerie essere ben informati.

Quasi tutti i bambini amano fare il bagno o almeno sguazzare nell’acqua. E, quando fa caldo, un’immersione in mare, in piscina, ma anche in un fiume o in un laghetto se si trascorrono le vacanze in montagna o in campagna, anche per mamma e papà è fonte di piacere e di refrigerio. Ma proprio perché la tentazione di sfuggire all’afa è tanta, c’è il rischio di esagerare e di commettere imprudenze, come buttarsi dopo il pasto, dopo essere stati sdraiati al sole o nuotare in acque sconosciute. La prudenza non è mai troppa e, se si fa il bagno con i propri bambini, l’attenzione va moltiplicata per mille. Ecco qualche consiglio per divertirsi senza rischi.

Bagno sì, ma mai prima di tre ore
Un bagno in mare, in piscina, nel lago o nel fiume a meno di tre ore da un pasto espone al rischio di una congestione, un malessere accompagnato da forti dolori addominali, crampi, sudorazione fredda e anche da perdita di coscienza. Durante la digestione, infatti, lo stomaco richiama sangue per svolgere al meglio il processo digestivo. Se viene a contatto con l’acqua fredda durante la digestione, la temperatura si abbassa improvvisamente e il processo si blocca. Chi si trova in acqua rischia di annegare perché il malore e la perdita dei sensi impediscono di tenersi a galla. Quindi, per non rischiare, è bene aspettare almeno tre o quattro ore dopo un pasto o anche di più, se si è ingerito cibo abbondante o di difficile digestione. Lo stesso vale per i bambini: mai fare il bagno prima che siano passate almeno tre ore – meglio quattro – dal pasto. I piccoli possono nel frattempo fare un sonnellino all’ombra, giocare al fresco o disegnare un po’. Quando, poi, si decide che è il momento di immergersi, è bene evitare di buttarsi in acqua tutto in una volta, soprattutto se si è molto accaldati: anche in questo caso si rischia una congestione perché la temperatura corporea si abbassa troppo in fretta. Assieme ai bambini è bene dedicare qualche minuti a un calmo ingresso in acqua, bagnandosi prima le gambe e le braccia, il capo e infine l’addome. Se ci si accorge che il bimbo trema, è a disagio e ha le labbra livide, è meglio farlo uscire subito dall’acqua. Infine, non ci si deve sforzare a entrare in acqua – e tanto meno forzare i bambini – se non ci si sente perfettamente in forma.

In mare, attenzione a onde e correnti
Anche se mamma e papà sono esperti nuotatori, dovrebbero evitare di allontanarsi troppo dalla riva, portando con sé i bambini in canotto o con braccioli e salvagente. Basta un crampo a una gamba o una corrente un po’ più forte per impedire un tranquillo ritorno a riva. Non è detto che questo provochi problemi, ma può spaventare i bambini e indurli a non voler più entrare in acqua. Il discorso vale sia che si vada nella solita spiaggia di ogni anno, sia che si sperimentino nuovi lidi: i fondali sconosciuti possono nascondere pozze, scogli nascosti, correnti che possono indurre in difficoltà. Vanno rispettate sempre le indicazioni relative alla balneazione. Il bagno può essere vietato a causa di un fondale particolarmente profondo o insidioso, anche per chi è un provetto nuotatore. I divieti possono però alludere anche all’acqua inquinata, a mulinelli creati da canali aspiranti e così via. È quindi bene essere prudenti e non esporre a rischi se stessi e i propri bambini. Attenzione, infine, alle spiagge deserte: per quanto possano essere incantevoli, il fatto che non siano frequentate può indicare un pericolo magari non segnalato, come la presenza di meduse, uno scarico fognario nelle vicinanze o correnti pericolose. E, se ci si reca in una località poco nota, meglio informarsi presso la Capitaneria di porto.

Prudenza anche per fiumi e laghi
Chi è in vacanza in montagna o in campagna e ha nelle vicinanze un fiume, un torrente o un piccolo lago, la tentazione di fare il bagno è veramente irresistibile. In questi luoghi, però, ci vuole ancora più attenzione che in mare. L’acqua dolce, infatti è meno densa rispetto a quella marina e può quindi “tenere meno a galla”. Non solo. L’acqua di fiumi e torrenti non è ferma, quindi spesso è molto fredda perché il sole non fa in tempo a scaldarla. Anche qui, insomma, si rischia la congestione se la digestione non è completa. Nei torrenti ci possono essere punti di corrente intensa, che può indurre in difficoltà, pozze di acqua profonda, gorghi e mulinelli che possono tirare sotto. Quindi, se si desidera fare il bagno e non si conosce bene quel tratto, è meglio rivolgersi a un ufficio di informazione turistica e chiedere quali sono i punti più tranquilli per fare un breve bagno con i bambini. Anche nei laghi possono esserci gorghi, pozze più profonde e fondali scivolosi, ma l’acqua di lago è, soprattutto, poco pulita perché il lago per quanto grande è un bacino chiuso. Può quindi contenere scarichi industriali e fognari, o essere contaminata da urina di topo. Anche in questo caso è bene informarsi a dovere ed optare, nel caso, per una tradizionale piscina. Forse meno selvaggia ma sicuramente più pulita.

 

Giorgia Andretti

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