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Aiutiamoli nelle difficoltà scolastiche

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La scuola primaria è importante e non sono pochi i bambini che devono fare i conti con qualche incertezza iniziale. La soluzione è in una migliore organizzazione dello studio.

Dai 6 agli 11 anni i bambini frequentano la scuola primaria e a questa età sono in genere particolarmente desiderosi di imparare, di capire e di conoscere. Nel corso di questi primi anni di studio l’impegno richiesto è a volte complesso e non sono pochi i bambini che devono fare i conti con fatiche e difficoltà. Spesso alla base dello scarso rendimento possono esserci atteggiamenti errati del piccolo studente: svogliatezza, poca voglia di impegnarsi e di studiare, organizzazione confusa del proprio tempo. Spetta ai noi genitori il compito di aiutarlo.

Il momento dei compiti deve essere sereno
Spesso la scena davanti ai compiti da fare a casa è sempre la stessa: il bambino non vuole iniziare, si perde tra Tv e computer, continua a rimandare all’infinito l’impegno con penna e quaderno. Alla fine, magari perché sgridato dai genitori, il bimbo svolge i propri compiti, ma il più delle volte in modo frettoloso e disordinato. Il risultato è che il piccolo studente non riesce a fissare efficacemente i concetti e il momento dei compiti, invece che essere investito di tutta la sua importanza dal punto di vista dell’apprendimento, diventa causa di tensioni in famiglia. Esse sono motivo di sofferenza per tutti i componenti e nocive dal punto di vista scolastico: eseguire i compiti deve essere un’abitudine da svolgere in serenità, senza pianti e rimproveri, che oltre tutto causano una dilatazione eccessiva dei tempi effettivamente necessari.

Il tempo dello studio va organizzato
Il rendimento scolastico dipende anche da come il bimbo studia a casa. Perché il momento dei compiti sia davvero proficuo al fine di un buon andamento scolastico sono necessarie regole e punti fermi. Si può stabilire insieme al bambino il tempo da dedicare allo svolgimento del lavoro a casa. In modo deciso i genitori devono stabilire con lui un “patto”: per esempio, si può determinare che, quando ci sono, i compiti devono essere eseguiti dalle 16.30 alle 18.00. Dopo, il bambino è libero di giocare e di svagarsi. Mai concedere il contrario: alla sera il bimbo è troppo stanco per dedicarsi con attenzione alla scuola. Inoltre, durante lo svolgimento dei compiti e lo studio la radio, lo stereo e la tv devono essere spenti. Fare bene i compiti a casa richiede concentrazione.

Accanto al bambino ma senza soffocarlo
Durante lo svolgimento dei compiti e lo studio personale, il bambino deve essere autonomo e non deve studiare avendo accanto i genitori continuamente pronti a correggerlo. Tuttavia, soprattutto nei primi mesi, è bene assistere il piccolo, anche per rendersi conto delle sue difficoltà. Si può chiedere al bambino di mostrare il lavoro che deve fare e poi allontanarsi, in modo che lo svolga da solo. Successivamente, si può controllare insieme a lui i compiti o interrogarlo, con pazienza e calma, indicandogli eventualmente dove ha sbagliato e perché. Evitatate di “prevenire” gli errori dicendo frasi come “Stai attento a non sbagliare!”: così facendo, è quasi scontato che il bimbo sbaglierà, “bloccato” dal timore. Mamma e papà devono sempre mostrarsi ottimisti. Vietato demoralizzare il bambino o farlo sentire “incapace”: al contrario, incoraggiarlo e tranquillizzarlo sul fatto che le difficoltà possono essere superate.

No alle punizioni, sì ai premi “immateriali”
Del tutto inutile sono le punizioni o le minacce, soprattutto se legate agli interessi del bambino (per esempio, non serve dirgli “Se non vai bene a scuola non vai più a calcio”). Punendolo si ottiene l’effetto contrario e cioè una maggiore avversione del bambino nel confronti della scuola. Attenzione però anche ai premi: un bel voto va lodato, ma non monetizzato con denaro o ricompense materiali. Si può gratificare il bambino “regalandogli” una passeggiata insieme ai genitori, un incontro al parco con gli amichetti, una gita domenicale all’aria aperta.

 

Anna Pelegrini

 

Ha collaborato:
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra – Psicoterapeuta- laureata in psicologia clinica

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