Riconoscere il piede piatto
15 Novembre 2011
Il reflusso gastroesofageo o RGE nei bambini
15 Novembre 2011

La balbuzie nel bambino

Condividi sui social

Se il bambino ha problemi di balbuzie, la comprensione e l’utilizzo di piccole strategie sono di primaria importanza. Per i comportamenti ripetitivi una psicoterapia è indicata.

La balbuzie è una alterazione del linguaggio, caratterizzata da esitazione e/o ripetizione in modo spasmodico di sillabe mentre si sta parlando. E’ possibile distinguere una balbuzie tonica, con blocco e impossibilità di emettere un suono per un certo periodo e la balbuzie clonica caratterizzata dal ripetere, involontariamente, la prima sillaba di una frase. Nei bambini tra i 3 e i 5 anni può comparire una balbuzie fisiologica, senza alcun altro correlato, è questa una forma transitoria e scompare completamente. Alle volte, la balbuzie permane come un disagio del linguaggio parlato, per tutta la vita se non si interviene precocemente e comunque prima dei 7 – 8 anni. Nonostante il disagio provocato, la balbuzie non è una malattia.

Le cause della balbuzie
Sono state effettuate molte ricerche per rintracciare possibili danni al sistema neurologico, nessuna di queste ha però evidenziato danni ma, soprattutto, non è emersa nessuna anomalia funzionale. L’ereditarietà è presente nel 30% dei casi e ad esserne colpiti sono soprattutto i maschietti il rapporto è 4 ad 1. Dal momento che la balbuzie si acuisce in alcune situazioni emotivamente forti e si attenua o scompare completamente quando si è in situazioni totalmente prive di importanza emotiva, come ad es. parlare con un peluche, è più che plausibile asserire che il fattore emotivo gioca un ruolo importante nella genesi e nel mantenimento della balbuzie. Inoltre, una serie di fattori associati contribuiscono a questa ipotesi, molto spesso la balbuzie è accompagnata da diversi movimenti motori: contrazione del viso, della mano, degli arti inferiori. Un ritardo nello sviluppo del linguaggio lo si ritrova nel 50% dei casi. Fisiologicamente il linguaggio si ritiene completato verso i 4 anni.

La personalità del balbuziente
Non esiste una vera e propria personalità del balbuziente, però alcuni tratti della personalità ossessiva sono presenti, così come frequentemente si evidenzia una tendenza all’introversione ed alla passività e/o comportamento aggressivo associato ad una marcata impulsività. Le reazioni ansiose, ostili o aggressive davanti agli altri sono in grado di bloccare la spontaneità verbale e di far comparire il sintomo. L’atteggiamento nell’ambito famigliare può concorrere allo sviluppo della balbuzie, le madri sono decisamente in primo piano, possono essere ansiose e iperprotettive o, al contrario, possono essere poco affettive e distanti. Il padre è invece una figura fortemente idealizzata dal bambino, senza però una rispondenza con la realtà.

Il trattamento terapeutico
L’approccio terapeutico deve iniziare tra i 5 e 7 anni, quanto più il trattamento è precoce tanto più i risultati saranno migliori. Trattamenti iniziati nell’adolescenza, 10-12 anni, non solo sono difficili da sostenere ma i risultati sono decisamente scarsi. Sono da evitare situazioni ad alto tasso di emotività o fortemente ansiogene, possono accentuare la balbuzie. Una strategia utile è quella di far allenare il bambino a dialogare con peluche raffiguranti animali o con un animale vero, è inoltre indicato far cantilenare i bambini, anziché parlare, questo perché il canto interrompe la balbuzie. Nelle fasi iniziali della rieducazione motoria del linguaggio è necessario creare un ambiente privo di qualsiasi stimolo ansiogeno ed un oggetto inanimato o un animale da compagnia, non giudicherà giammai. Far allenare il bambino balbuziente con gli accorgimenti descritti sicuramente lo aiuteranno ad aumentare ed a stabilizzare la propria autostima. Accanto alla rieducazione ortofonica, deve essere prevista una attività motoria finalizzata ad esperire l’aggressività del bambino, una pratica sportiva del tipo Judo, karate o scherma oltre che divertire, asseconda l’obiettivo di liberare le tensioni interne. Con i bambini più grandicelli e quindi pre-adolescenti, se sono presenti comportamenti ripetitivi o più francamente ossessivi, può essere utile una psicoterapia. Utili risultano essere anche le tecniche basate sul rilassamento.

Dott.ssa Rosalba Trabalzini

Psicologo – Psichiatra – Psicoterapeuta,

Laureata in Psicologia Clinica

Registrati o Accedi

Lascia un commento