Da quando i cellulari sono entrati nelle vite di tutti, grandi e piccoli, si dibatte sulla loro presunta pericolosità, soprattutto sui rischi di tumore cerebrale. Un recente studio, pubblicato a maggio 2016 e condotto dall’agenzia federale statunitense National Toxicology Program, afferma che i telefonini possono essere responsabili di alcuni tipi di tumore cerebrale. Non tutte le ricerche giungono però alle medesime conclusioni. Una ricerca pubblicata nel 2011 sul British Medical Journal sostiene che non esiste alcuna relazione tra i cellulari e l’insorgenza di tumori.
La questione è tutt’ora irrisolta. Un’importante indagine, la ricerca Interphone, finanziata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e durato oltre dieci anni, non ha portato alcuna conclusione definitiva, quindi l’OMS ha definito i campi elettromagnetici come potenzialmente cancerogeni, ma non sicuramente dannosi. Un’altra recente monografia dello Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, sostiene che esista una limitata evidenza della cancerogenicità sugli esseri umani delle radiazioni da radiofrequenza. Riscontra però associazioni positive tra l’esposizione alle radiazioni da radiofrequenza fra telefonini wireless e due tumori, il glioma e il neuroma acustico. Secondo un’altra ricerca pubblicata sempre nel 2011, le telefonate lunghe modificano l’attività del cervello nelle zone limitrofe alla posizione dell’antenna, ma non è chiaro se è questo ad aumentare il rischio di malattie cerebrali.
Proprio per il principio di precauzione, nel maggio del 2011 il Consiglio d’Europa ha detto ‘no’ ai telefonini nelle scuole e alla possibilità di utilizzare nelle classi i collegamenti fissi per internet invece del WiFi, per ridurre i rischi da esposizione.
Il dibattito resta aperto, come dimostra anche la causa al Tar del Lazio del 2014 – prima del genere in Italia – intentata dall’Associazione per la lotta all’elettrosmog contro il Ministero della Salute per ottenere una campagna di informazione nazionale sul rischio. In attesa di ulteriori dati, sempre che ne arrivino, è bene non esagerare con l’uso di smartphone, come anche di tablet e pc, soprattutto per i bambini il cui organismo è in crescita. Anche se non si può parlare di tumori cerebrali, è certo che l’uso in eccesso di questi dispositivi tecnologici o device non fanno bene: per esempio, interferiscono con il sonno dei bambini. Uno studio inglese pubblicato su ‘Scientific Reports’ sostiene che per ogni ora passata al touch, i bimbi perdono quindici minuti di sonno a notte. È vero che oggi non è possibile fare a meno dei device, ma tutto sta nella misura: mezz’ora al giorno per un piccolo di tre anni è più che sufficiente e va alternata ad attività ludiche tradizionali e a molta attività fisica libera.
Lina Rossi