Respiro rumoroso o tosse notturna: i primi sintomi di una malattia che incide sulla qualità della vita
L’asma è una delle malattie croniche più diffuse nel mondo e negli ultimi vent’anni la prevalenza è aumentata soprattutto nei bambini. In Italia si stima che un bambino su 10 soffra di asma e che circa il 30% dei bambini in età prescolare presenti respiro sibilante. Nell’80% dei casi la sintomatologia compare nei primi 4 anni di vita. I sintomi sono caratterizzati da difficoltà respiratoria, che si palesa con respiro rumoroso, (avvicinando l’orecchio alla bocca o al torace del bambino si percepisce un sibilo, un fischio) o con la comparsa di tosse notturna o in associazione ad un comune raffreddore. Tosse che persiste anche quando la sintomatologia nasale scompare.
Come e quando si presentono i sintomi dell’asma
Ci sono bambini che manifestano difficoltà respiratoria soltanto nei primi 6 anni di vita. Di solito nelle famiglie di questi piccoli pazienti non si ritrovano altri casi di asma, non sviluppano allergia e non hanno altre malattie allergiche. Questi bambini presentano difficoltà respiratoria perché, nascendo con un calibro delle vie aeree (bronchi) minore rispetto alla norma, vanno incontro più facilmente rispetto ad un soggetto con vie aeree di calibro normale, ad un’ostruzione bronchiale, spesso provocata da una comune infiammazione, e quindi ad una riduzione del flusso d’aria,
Altri bambini iniziano a presentare difficoltà respiratoria con un episodio di bronchiolite. In questi casi la sintomatologia si ripresenta poi per lo più in seguito ad infezioni virali e tende comunque a scomparire tra i 10 e i 13 anni.
Alcuni bambini, invece, sviluppano una allergia, soprattutto agli allergeni dell’ambiente domestico (acari, cane-gatto) e continuano a manifestare asma anche per tutta la vita (solo il 25% – 35% non presenterà sintomi in età adulta).
Come individuare i bambini a rischio di asma
I fattori di rischio che ci indicano la probabilità che un bambino possa diventare asmatico sono:
Se non è presente nessuno dei fattori di rischio, la probabilità che il bambino sia un asmatico all’eta’ di 6 anni è inferiore al 5%.
Gli obiettivi da perseguire per un efficace controllo a lungo termine dell’asma sono fondamentalmente quelli tipici dell’adulto.
Le linee guida della Global Initiative for Asthma (GINA) utilizzate universalmente sono:
Le conseguenze nella vita di un bambino
Purtroppo, l’asma è una patologia ancora sottostimata, nonostante costituisca la causa principale dei ricoveri in ospedale (19%), delle visite al pronto soccorso per i pazienti non diagnosticati (31%) e dei giorni di scuola persi (31% solo nell’ultimo anno).
Un’intervista telefonica condotta in Italia su circa cento famiglie di bambini affetti da asma
(Studio AIR) ha documentato che questi bambini:
Inoltre, nello stesso studio, è stato documentato che il 70% dei genitori ha paura della terapia con cortisone e che il 50% di loro non somministra ai figli i farmaci prescritti per la terapia dell’asma.
Inoltre, è stato dimostrato che il 60% dei bambini con asma cronica non ha mai eseguito le prove di funzionalità respiratoria, strumento diagnostico importante per la gestione della malattia. Infatti, per analogia, è come se un paziente iperteso non misurasse mai la propria pressione o se un paziente diabetico non controllasse mai la glicemia.
Nel 2000 in Italia ci sono stati 44.427 ricoveri ospedalieri per bronchite ed asma per un totale di 197.000 giorni di degenza. Nei bambini di età inferiore ai 2-3 anni la frequenza di ospedalizzazione è 3 volte più alta rispetto ai bambini di età maggiore e 6 volte più elevata che negli adulti.
Prof. Luigi Tarani