L’asma è la più frequente malattia cronica dell’infanzia nella maggior parte dei paesi industrializzati. Tuttavia sussiste un’evidenza limitata agli aspetti specifici dell’asma pediatrico. Per questo motivo l’EAACI (Accademia Europea di Allergie e Immunologia Clinica) e l’AAAACI (Accademia Americana di Allergie, Asma e Immunologia Clinica), hanno nominato un team di esperti allo scopo di individuare linee guida di ricerca per la pratica clinica in Europa e nel Nord America. Tra gli argomenti dello studio sono incluse strategie quali il trattamento farmacologico dell’asma, l’allontanamento dagli allergeni e dai fattori scatenanti e programmi di conoscenza della malattia verso i genitori ed i piccoli pazienti. Molto spesso, infatti, l’asma viene diagnosticato in ritardo e i suoi attacchi di “respiro sibilante” vengono sottovalutati. Vediamo, allora, come possiamo riconoscere l’eventuale insorgenza dell’asma e quali sono le azioni di prevenzione e di cura che possono essere adottate a salvaguardia dei più piccoli.
Attenti a non confondere quel “respiro sibilante”
L’asma infantile può essere descritto come “attacchi ripetuti di ostruzione delle vie aeree e sintomi intermittenti di maggiore reattività delle vie aeree a fattori scatenanti, quali l’esercizio fisico, l’esposizione ad allergeni ed infezioni virali”. Questa definizione diventa più difficile da applicare con sicurezza in bambini piccoli e in età prescolare perché in loro spesso si presentano episodi ricorrenti di tosse e respiro sibilante generalmente transitori. Il 60% dei bambini con respiro sibilante infantile risulteranno perfettamente sani in età scolare. I medici, dunque, devono essere scrupolosi nella diagnosi differenziale. Sono stati proposti quattro diversi schemi di respiro sibilante ricorrente nei bambini: 1. Respiro sibilante transitorio: bambini con respiro sibilante nei primi 2–3 anni di vita, ma senza respiro sibilante dopo i 3 anni; 2. Respiro sibilante non-allergico: scatenato principalmente da infezione virali, tende a regredire più avanti nell’infanzia; 3. Asma persistente; 4. Respiro sibilante grave intermittente: episodi acuti infrequenti associati a caratteristiche atopiche, tra cui eczema, sensibilizzazione allergica ed eosinofilia nel sangue periferico
Ecco i segnali da tenere sotto controllo
Non esiste nessuno strumento diagnostico specifico o marker sostitutivo per rilevare l’asma nella prima infanzia, quindi l’asma deve essere sospettata dal medico in qualsiasi neonato con episodi ricorrenti di respiro sibilante e tosse. Tuttavia ci sono delle manifestazioni assolutamente chiare, delle quali anche i genitori del bambino possono accorgersi; queste si manifestano nei bambini più piccoli, dalla nascita ai due anni, con respiro sibilante, tosse dopo aver riso o pianto, ritmi di sonno alterato, apnea nel sonno, respiro rumoroso, vomito associato alla tosse, cambiamenti nella frequenza respiratoria. Per i bambini dopo i due anni i segnali da non sottovalutare sono: fiato corto, affaticamento fisico sotto sforzo, lamenti sul “non sentirsi bene”, prestazioni scolastiche scarse o assenze scolastiche, allontanamento da altre attività come ad es. dormire dagli amici, visitare amici con animali domestici.
Ormai accertata la componente genetica
Gli studi clinici su gemelli mono e dizigoti, assieme all’associazione dei caratteri tipici di un individuo asmatico ai parenti di primo grado, indicano che esiste una base genetica nell’asma. L’asma inoltre risulta essere più diffusa nei bambini con storia familiare di allergia. Più recentemente sono state individuate le specifiche genetiche legati all’aumentato rischio di asma in certe popolazioni piuttosto che per fattori ambientali. Quindi bambini che sviluppano l’asma non hanno genitori asmatici e molti genitori asmatici non hanno figli che sviluppano l’asma. Generalmente è possibile fare una diagnosi clinica certa di asma entro i 5 anni di età: la diagnosi precoce, il monitoraggio, l’eliminazione dei fattori scatenanti e il trattamento dei sintomi respiratori sono essenziali.
Indispensabile conoscere i fattori scatenanti
Nel trattamento dell’asma infantile la prevenzione è determinante ed è dunque importante conoscere bene quali sono i principali fattori scatenanti del crisi respiratorie.
Allergeni – L’esposizione ad allergeni esterni e soprattutto di ambienti chiusi è un fattore di rischio significativo per l’asma allergico. Nell’infanzia l’esposizione è legata a sensibilizzazione precoce e la combinazione di sensibilizzazione ed esposizione a livelli maggiori di allergeni domestici perenni nei bambini è associata a persistenza di asma e inadeguata funzione polmonare. La manifestazione clinica della patologia è variabile e dipende da fattori legati alle caratteristiche degli allergeni quali la stagionalità, la specificità regionale, lo stare negli ambienti chiusi o aperti. La presenza di allergia alimentare, in bambini di età superiore ai 4 anni, rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo dei sintomi asmatici. Con l’età, si sviluppano i sintomi associati ad allergeni inalati, in particolare ad allergeni presenti sia in ambienti chiusi (acari, blatte,ecc.) che ad allergeni esterni (polline o muffa).
Infezioni – Alcuni studi indicano che l’esposizione a virus come l’epatite A, il morbillo, micobatteri o parassiti, possono ridurre la frequenza di allergie ed asma, infezioni lievi ricorrenti possono finanche proteggere dall’asma. Altri, invece, segnalano che i microbi possono promuovere l’asma: attualmente, dunque, non esiste sufficiente evidenza da parte di studi di intervento che chiariscano questa relazione. Le infezioni da virus respiratori sono il fattore scatenante singolo più frequente nell’asma infantile. In molti bambini rappresentano l’unico fattore scatenante di respiro sibilante e tosse, possono quindi aggravare l’asma di tipo allergico.
Fumo di sigaretta – L’esposizione passiva al fumo di sigaretta è uno dei maggiori fattori di rischio domestici ed ambientali per lo sviluppo della tosse, del respiro sibilante ricorrente o sintomi asmatici a qualunque età nell’infanzia. Il fumo, infatti, aumenta lo stress ossidativo e stimola l’infiammazione sia nelle vie aeree inferiori che superiori. Il fumo materno durante la gravidanza causa crescita polmonare ridotta nel feto, che può essere associata a respiro sibilante nei primi mesi di vita del bambino. Gli effetti del fumo maggiormente nocivi nei bambini più piccoli sono dovuti al ridotto calibro delle vie aeree.
Inquinanti – L’effetto dell’inquinamento dell’aria dovuto allo smog o all’attività industriale sull’asma pediatrico apportano tossicità diretta sui polmoni, gli inquinanti producono stress ossidativo, infiammazione delle vie aeree e possono causare asma in soggetti geneticamente suscettibili ad esposizione a stress ossidativo.
Nutrizione – Il latte materno protegge dallo sviluppo di patologie allergiche. L’uso di formule altamente idrolizzate non sembra ridurre la frequenza di asma. Studi su obesità ed asma consigliano di evitare aumenti di peso eccessivi e di mantenere uno stile di vita che includa una dieta bilanciata.
Irritanti – Numerosi irritanti differenti, tra cui profumo, polvere e cloro, sono stati associati a sintomi respiratori ed asma nei bambini. Si consiglia dunque di evitare gli irritanti. L’acqua del cloro della piscina, nel caso il bambino praticasse nuoto può essere un irritante; tuttavia si può rimediare attraverso un buon sistema di ventilazione dell’ambiente.
Condizioni meteorologiche – Diverse condizioni meteorologiche, tra cui temperature estreme ed elevata umidità, sono state associate alla crisi asmatica.
Stress – Anche fattori psicologici, specialmente lo stress cronico, possono influenzare l’attività dell’asma, nonostante questi dati, necessitano di ulteriori studi su bambini.
I consigli utili per ridurre il rischio di attacchi
Qualora esista sensibilizzazione ed evidente associazione tra esposizione ad allergeni ed insorgenza dei sintomi, è necessario adottare alcuni provvedimenti affinché il bambino non si trovi a stretto contatto con gli allergeni specifici:
Animali domestici – Allontanare l’animale e pulire la casa, specialmente tappeti e superfici imbottite. Incoraggiare le scuole a non far entrare animali.
Acari della polvere – Lavare lenzuola e vestiti in acqua calda ogni 1–2 settimane. Congelare i peluches una volta a settimana. Coprire materassi, cuscini e coperte imbottite con fodere impermeabili. Usare deumidificatori.
Blatte – Pulire bene la casa. Ricorrere a disinfestazione professionale. Coprire materassi cuscini con fodere impermeabili.
Muffe – Pulire bene la casa. Lavare le superfici ammuffite con candeggina diluita. Usare deumidificatori. Riparare eventuali perdite idrauliche. Rimuovere tappeti. Usare filtri HEPA (High Efficiency Particle Arrestor).
Maria Germana Imbrighi
Ha collaborato:
Prof. Luigi Tarani