Ancora una vita persa per colpa della depressione post partum

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Ancora una vita persa per colpa della depressione post partum

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La piccolina era nata dall’amore di mamma e papà dieci mesi fa e dall’amore di una mamma, vittima della depressione post partum è andata via per sempre. Il gesto compiuto dalla donna è chiarissimo, vittima del disturbo del post partum, ha prima tolto la vita alla piccolina annegandola e poi ha cercato di togliersi la vita. A scoprire l’accaduto il padre della bimba che ha anche cercato di rianimarla.  Tanti i commenti e tutti impostati sul tema della pazzia o della cattiveria. Purtroppo né l’uno né l’altro, le mamme che uccidono i propri bambini lo fanno per il troppo amore. Potrà sembrare assurdo ma è così! La mamma con il disturbo del post partum vede il mondo malvagio, crudele e per non far conoscere il dolore alla piccolina, a modo suo la protegge togliendole la vita

L’inferno delle donne depresse

Un inferno terribile quello vissuto da tante donne in tutto il mondo, sono infatti circa il 15% le neo-mamme che vanno incontro ad una depressione post partum. Purtroppo, questa grande fetta di donne viene troppo spesso ignorata, perché la gravidanza e la nascita, soprattutto oggi, sono considerate fatti dei quali si può solo essere felici.  E la neo-mamma lo è, ma fisiologicamente è giù di morale, impaurita, si sente sola e in effetti troppo spesso è proprio così. E’ dal 2004 che l’associazione E.T.S. Guida per Genitori mette a disposizione di tutti gratuitamente le proprie competenze non solo per diagnosticare, attraverso il test di Edinburgh – ma anche per essere vicino a chiunque si trovi immerso in questo terribile disagio e chieda aiuto.  Attraverso il centro di ascolto – vengono fornite risposte nell’arco di 48 ore.  Il test di Edinburgh  intercetta il rischio depressione a partire  dagli ultimi due mesi di gestazione  fino alla decima settimana dopo il parto.

Un problema molto comune
La depressione post partum, nel nostro paese, colpisce circa 80mila donne all’anno. Solo una su quattro riceve una cura adeguata, perché spesso la donna si vergogna di mostrare il suo disagio e l’incapacità di provare la gioia di essere madre. Eppure non si tratta di una sensazione, ma di una condizione biologica. Dopo il parto, si verifica un brusco calo di estrogeni e progesterone, gli ormoni che portano portato avanti la gravidanza. Questa oscillazione coincide con una sensazione di tristezza. La mancanza del sonno è un altro fattore di rischio primario. Rischiano di più le donne insicure, ansiose, quelle che tendono a vivere come una sconfitta tutto quello che non è perfetto. Sono a rischio anche le donne sole dal punto di vista relazionale o con un rapporto insoddisfacente. Madri single ma ben inserite in un adeguato contesto famigliare non hanno un rischio elevato. È difficile anche lo scontro con la realtà: la donna, che durante la gravidanza aveva nutrito aspettative poco realistiche sulla facilità di gestire un neonato, si scontra con una realtà diversa e vivendo a pieno regime la stanchezza, i pianti del piccolo, le difficoltà quotidiane come un fallimento e inizia a convincersi di essere una cattiva madre, una madre incapace di voler bene al proprio bambino.

La prevenzione è necessaria
Prevenire la depressione post partum è un dovere sociale e sanitario, ma in Italia non esiste ancora un’assistenza specifica per le madri con depressione, contrariamente ad altre nazioni europee in cui esistono centri di accoglienza e trattamento madre-bambino. Inoltre, nel nostro paese, la patria per definizione della mamma perfetta, c’è ancora troppa arretratezza culturale che tende ad accusare la donna che si permette di non essere al settimo cielo per la nascita del figlio. E’ solo attraverso l’informazione capillare, illustrando cosa è la depressione post partum e cosa i famigliari possono fare che si può combattere il disagio che ruba le vite dei piccoli neonati. Negli anni con l’aiuto prima della Fondazione Johnson & Johnson e poi della Regione Lazio, abbiamo distribuito in 185 centri nascita sparsi nel territorio nazionale circa un milione di opuscoli per informare e dare sostegno. Attualmente abbiamo pronto un nuovo progetto informativo ma non riusciamo a trovare nessuna istituzione disposta ad aiutarci per effettuare la stampa e distribuzioni nei centri nascita, però, è sempre possibile leggere l’opuscolo scaricandolo direttamente dalle nostre pagine e consultare il nostro centro di ascolto oltre che eseguire il test predittivo per la depressione

Dott.ssaRosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta, laureate in psicologia medica

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