

Negli ultimi tempi, soprattutto dopo i recenti fatti di cronaca, è stata messa in luce l’importanza di scegliere il posto giusto per partorire. Il parto, infatti, non è un evento come tutti gli altri: non è un fatto medico, ma un fatto assolutamente naturale. È giusto, quindi, seguendo la corrente degli ultimi anni, non medicalizzarlo troppo con l’eccessivo ricorso al cesareo, ma è anche importante tenere presente che in un momento così delicato si possono verificare eventualità che vanno gestite nel modo opportuno. Ci può essere un problema per la mamma, o per il neonato, può essere necessario ricorrere alla terapia intensiva … Insomma, il piccolo ospedale vicino a casa, quello che al massimo effettua cento parti all’anno e non ha strutture per l’emergenza, non è il massimo per far nascere il proprio bambino. Ecco, allora, qualche indicazione.
Un elevato numero di parti: l’alto numero di parti è indicativo. Vanno preferiti i centri dove nascono almeno 500 bambini ogni anno, meglio ancora almeno se il numero raggiunge i 1.000. Vuol dire che gli operatori hanno molta esperienza nella gestione di eventuali emergenze.
Sceglierne uno almeno di secondo livello: se la gestante ha problemi di salute: ipertensione, diabete gravidico o obesità severa e quindi, è una gravidanza a rischio, oppure in caso di parto gemellare, bisognerebbe orientarsi verso un punto nascita di secondo o terzo livello, sono dotati di reparti di terapia intensiva neonatale.
Attenzione al numero di cesarei: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il numero di cesarei non dovrebbe superare il 15%. In Italia questa percentuale è più elevata, arrivando a circa il 30%. Questo è ancora accettabile, ma è bene diffidare degli ospedali dove si pratica un numero davvero troppo alto di cesarei, tipo il 40 o il 50%.
Informarsi sull’epidurale: l’analgesia epidurale riduce il dolore durante il travaglio di parto ma non l’efficacia delle contrazioni. Chi pensa di richiederla, deve assicurarsi che sia disponibile 24 ore su 24, cosa che non avviene dappertutto.
Conoscere la filosofia della struttura: oltre ad essere organizzato e competente, l’ospedale deve essere in sintonia con i desideri della futura mamma, per farla sentire a proprio agio. È importante quindi chiedere di visitare i locali per il travaglio e il parto, chiedere se durante il travaglio si può cambiare posizione, frequentare i corsi di preparazione e informarsi sulla possibilità di ricorrere a tecniche di rilassamento.
Informarsi per il rooming in: poter tenere con sé il neonato sempre, dopo il parto, è importante per la mamma. È altrettanto importante, però, che la donna possa scegliere: se è sfinita dopo un travaglio lungo può desiderare di affidare in totale sicurezza il bambino alla nursery, così da poter dormire almeno qualche ora.
Chiedere a proposito dell’accompagnamento all’allattamento al seno: allattare è naturale, ma non sempre facile e quindi è essenziale che la neomamma possa contare sul supporto di figure professionali che la sostengano in questo delicato momento, fornendole la fiducia in se stessa che spesso manca dopo la nascita di un bimbo.
Giorgia Andretti