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Un aiuto dalle istituzioni alle mamme migranti

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Quando si parla di migranti il pensiero corre spesso a giovani uomini, ma tra di loro ci sono anche tante donne: e molte arrivano nel nostro paese già in stato di gravidanza o con un neonato. E quando si ha una piccola vita che dipende interamente da te, tutto cambia e si è più facilmente vittime di paura, emozione, si ha meno libertà nel prendere in mano la propria esistenza. Inoltre, non si parla la lingua, non si conoscono le usanze del luogo e non si sa come accedere ai servizi sanitari: spesso, anzi, non si sa nemmeno che questi esistono, visto che nei paesi di origine il bambino nasce ancora tra le mura di casa, con l’assistenza delle parenti ed è tutta la famiglia a prendersene cura.

Una rete famigliare che non c’è più
Quando però si arriva nella vecchia Europa tutto cambia, la solitudine è in agguato e così il rischio di incorrere in depressione. Per questo è importante porgere un aiuto a queste donne, in nome della cultura dell’accoglienza che caratterizza il nostro modo di essere italiani. L’associazione Il Melograno a per questo messo a punto un intervento multidimensionale di accompagnamento delle madri migranti nel Percorso Nascita realizzato con il contributo economico del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il progetto è dedicato alla maternità delle donne migranti e ha l’obiettivo di facilitare il superamento del disagio che spesso manifestano nel partorire, nell’allattare e nel crescere un bambino in un paese diverso da quello di origine. Un disagio legato alla perdita di quell’universo femminile da cui in ogni paese e in ogni cultura ci si fa guidare ed accompagnare nel crescere un figlio, sia agli ostacoli linguistici e culturali nell’accesso e nell’utilizzo dei servizi esistenti, sia ancora alla frequente destabilizzazione della propria vita già precaria.

Un progetto che continua dopo la nascita
Il Melograno intende sostenere i processi di integrazione nel tessuto sociale delle madri migranti, accogliendo e supportando i bisogni legati alle specifiche difficoltà e problematiche espresse nel momento della nascita di un figlio. Vuole combattere il senso di isolamento accrescere la percezione di sentirsi sostenute nelle funzioni genitoriali, facilitate nell’elaborazione del parto, ascoltate e comprese rispetto ai vissuti emotivi legati al percorso della maternità. Altro obiettivo è favorire l’instaurarsi di una serena e positiva relazione con il bambino attraverso il sostegno e la valorizzazione delle competenze materne, la sensibilità, la capacita di osservazione, comprensione e sintonizzazione sulle esigenze del figlio e i suoi bisogni di sviluppo. Con tali obiettivi viene offerto a un gruppo di 20 donne migranti in condizioni di particolare difficoltà dopo la nascita del figlio, un percorso di sostegno con interventi domiciliari di supporto e valorizzazione delle competenze materne nei primi mesi dopo il parto. E non è tutto qui: la donna deve inoltre poter contare su un sostegno per la ricerca o il mantenimento del lavoro dopo la nascita del figlio, attraverso attività di gruppo e colloqui individuali.

Giorgia Andretti

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