Molte donne, soprattutto se sono alla prima gravidanza, si interrogano sulla fase che precede il parto. Distinguere le contrazioni non è difficile, l’importante è controllare l’ansia.
Se siete vicine al termine della gravidanza, soprattutto se siete alla prima gravidanza, probabilmente vi state ponendo domande di questo tipo: “Riconoscerò i dolori del travaglio?”, “Cosa dovrò fare quando sentirò dei dolori?”, “Arriverò in tempo in ospedale?”. Tutte le donne hanno questi dubbi, ma alcune riescono a far fronte alla situazione con una certa tranquillità, mentre altre più ansiose, corrono in ospedale alla prima contrazione.
La fase preparatoria
In realtà a determinare l’inizio del travaglio è la durata e l’intensità con cui le contrazioni crescono.
Solo quando le contrazioni si succedono a circa 5-6 minuti di distanza una dall’altra, ma soprattutto quando aumentano la durata (60-70 secondi) e l’intensità (diventa progressivamente più forte) è arrivato il momento di andare all’ospedale.
In genere il travaglio vero e proprio viene preceduto da un periodo preparatorio, durante il quale la futura mamma avverte delle contrazioni che possono essere anche abbastanza dolorose e regolari, ma piuttosto brevi: di norma non durano più di 20-30 secondi. Questo sta a significare che il collo dell’utero sta cominciando a prepararsi, appianandosi a poco a poco. Durante queste prime contrazioni è facile che la donna pensi che questo sia il travaglio già in corso e corra in ospedale, dove al suo arrivo potrà essere delusa sentendosi dire di ritornare a casa perché ancora è troppo presto. La fase preparatoria infatti può durare, soprattutto al primo figlio, anche più di 24 ore. Sarebbe inutile e snervante per la donna trascorrere un periodo così lungo in una stanza d’ospedale, dove non si può avere intimità e tranquillità.
Nessun timore di non capire
Sul fatto che la donna riesca poi a capire quando effettivamente è iniziato il travaglio non ci sono dubbi. Fatevelo raccontare da chi già ha partorito: tutte vi risponderebbero che è praticamente impossibile non accorgersene! Quello che la donna sente durante il travaglio è ben diverso da quello che avvertiva qualche ora prima. Comunque anche nella fase del travaglio si possono fare le cose con calma e raggiungere l’ospedale senza guidare come Schumacher, naturalmente tenendo conto delle variabili personali (stato di salute, distanza dalla struttura sanitaria, traffico).
Come affrontare il travaglio
Una mamma tranquilla può rimanere a casa anche a lungo e dedicarsi a ciò che più la rilassa. Non ci sono restrizioni particolari e non esiste un percorso uguale per tutte le donne. L’importante in questi momenti è ascoltare se stesse e il proprio corpo, pensare al proprio bambino che tra poco incontrerete e che anche lui si sta preparando come voi al grande evento. E’ importante che la donna sappia che in questo momento è del tutto normale sperimentare emozioni intense e contrastanti: gioia, tenerezza, entusiasmo, paura, irritabilità, nervosismo. Il travaglio infatti non è solo un processo fisico e automatico, ma un evento complesso che coinvolge l’emotività e la psiche. E’ bene quindi rimanere a contatto il più a lungo possibile con le persone care, meglio ancora in un luogo familiare come casa propria. E’ consigliabile anche un bagno caldo perché rilassa i muscoli dell’utero e aiuta a lasciarsi andare sia fisicamente che psicologicamente. Si può passeggiare, ascoltare musica, vedere la televisione, fare streching, sistemare le ultime cose, controllare la valigia, oppure “ripassare” con il proprio partner quello che si è appreso al corso preparto.
Quando arriverà si farà sentire!
Angela Salini