Nei giorni che precedono il parto, il corpo, con alcuni eventi, “avvisa” che il momento della nascita è vicino. Riconoscerli è utile per sapere che il piccolo sta per arrivare.
Il pre-travaglio è un lasso di tempo variabile, che inizia tre o quattro settimane prima della data prevista per il parto e prosegue fino all’insorgenza del vero travaglio. Durante questo periodo, il bambino si posiziona a testa in giù e il suo corpo occupa una zona più vicina al collo dell’utero, mentre il segmento inferiore dell’utero si assottiglia. Tutto questo provoca dei cambiamenti nel corpo della donna, che avverte un vago senso di tensione e dolori simili a quelli mestruali. Possono anche comparire contrazioni, ma occasionali e non dolorose. Il fondo dell’utero si abbassa e, improvvisamente, i vestiti sembrano più larghi a livello dell’addome. Inoltre hanno luogo altri eventi, che se ben interpretati possono rivelarsi dei messaggi chiari sull’arrivo ormai imminente del bambino.
La perdita del “tappo mucoso”
Quando il collo dell’utero è maturo e comincia ad aprirsi, cioè a dilatarsi, in genere espelle il tappo mucoso che l’ha tenuto sigillato per tutta la gravidanza. Il tappo mucoso si presenta come una secrezione biancastra e vischiosa, nella maggior parte dei casi mista a qualche striatura rosata o brunastra. La perdita può essere minima e durare diversi giorni oppure presentarsi improvvisamente tutta insieme. Questo spinge alcune donne a correre inutilmente in ospedale con conseguenti ricoveri precoci o superflui. La perdita del tappo indica soltanto che il collo dell’utero si sta modificando ma è un indicatore molto impreciso, in quanto può precede l’insorgenza del travaglio di un’ora, un giorno o anche settimane. Non ha nulla a che vedere con la rottura delle acque.
Si rompono le membrane amniotiche
Il segno che può indicare l’imminenza del travaglio è la rottura delle membrane del sacco amniotico che avvolge il bambino nell’utero, detto comunemente “perdita delle acque”. Quando le membrane si rompono la perdita può essere minima, oppure si può continuare a perdere piccole quantità di liquido amniotico per alcuni giorni. In altri casi si perde tutto insieme una quantità di liquido che sembra molto abbondante. In genere le acque si rompono al momento del travaglio e anche se accade che si rompano prima dell’inizio del travaglio, nella maggior parte dei casi questo avviene verso la fine del periodo dilatante. Può addirittura succedere che le membrane non si rompano fino al momento stesso dell’espulsione del bambino. Qualche volta le membrane si rompono ore e giorni prima del travaglio vero e proprio. In questo caso si parla di rottura prematura delle membrane e, se si verifica, è importante valutare che il liquido sia pulito e incolore e farsi visitare dal medico per controllare che non ci sia un prolasso del cordone ombelicale.
Altri segnali da riconoscere
Nei giorni che precedono immediatamente il parto, può succedere di avere crisi di dissenteria. Anche questo è un evento fisiologico: infatti l’intestino viene stimolato da un ormone a svuotarsi ripetutamente per prepararsi all’evento. In alcuni casi il travaglio può essere annunciato da brividi involontari, frequenti anche durante o immediatamente dopo il parto. Non c’è da preoccuparsi perché sono il modo in cui il corpo si libera naturalmente della tensione accumulata. Possono inoltre comparire le prime contrazioni uterine, necessarie perché esercitano una trazione sul collo dell’utero, che comincia ad accorciarsi. Nel tempo stesso, l’utero spinge in basso il feto contenuto nel sacco amniotico, verso il collo che progressivamente si appiattisce. Durante questo periodo di tempo, che varia da donna a donna, la futura mamma avverte una sensazione fastidiosa con intensità crescente che poi sfocerà nel vero e proprio dolore del periodo dilatante. Non è difficile confondere le contrazioni preparatorie con quelle del travaglio vero e proprio, soprattutto se si è alla prima esperienza. All’inizio le contrazioni sembrano forti dolori mestruali e si avvertono nella parte bassa dell’addome o della schiena. Partono generalmente dagli angoli tubarici e si diffondono progressivamente a tutto l’utero. Quando inizia il travaglio vero e proprio le sensazioni diventano più intense: l’utero si contrae ritmicamente a intervalli regolari, ogni contrazione comincia debolmente, raggiunge la sua massima intensità e poi decresce fino a sparire. Le contrazioni sono di durata irregolare (da pochi secondi fino ad un minuto) ed intensità variabile, con intervalli che vanno da pochi minuti fino ad un’ora. A questo punto, è meglio andare in ospedale: il piccolo vuole venire al mondo.
Angela Salini