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Tempo di vacanze: viaggiare con un bambino

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Finalmente è arrivato il tanto atteso momento di partire per le vacanze: un lungo periodo di riposo, relax e divertimento con un bambino non più piccolissimo. Ormai ha già due o tre anni e i genitori pensano finalmente di poter trascorrere la vacanze come un tempo, come prima della nascita del bimbo. Non è proprio così, perché adesso che il bambino è cresciuto ha, paradossalmente, più esigenze di quando era neonato. Allora bastava attaccarlo al seno o al biberon per nutrirlo, dormiva quasi ovunque e, anzi, cadere nel sonno era un suo modo per difendersi da noia di attese, caldo, stanchezza. Adesso è grandicello, attivo, si muove in autonomia e ha quindi una interazione del tutto nuova con il viaggio. Per questa ragione è bene organizzarsi in modo un po’ diverso.

Scegliere bene l’orario della partenza
Se si parte con l’auto, si ha una maggiore libertà di orario perché si può decidere di partire nelle ore in cui c’è meno traffico. In questo modo il bambino non patirà il fatto di dover stare a lungo in coda sotto il sole. È meglio scegliere i primo mattino, attorno alle sei, o decisamente la sera tardi, dopo le 22. È importante che anche chi guida sia ovviamente ben sveglio e attivo. Questi orari sono i migliori non solo perché le strade sono abbastanza libere, ma anche perché è più probabile che il piccolo schiacci un sonnellino. Se si parte in treno, nave o aereo è meglio evitare orari assurdi, tipo quelli notturni a meno che non ci si organizzi con una cuccetta. Se il tragitto è lungo è bene avere con sé un paio di libretti da leggere al bimbo, una borsa con i suoi giochi preferiti, una bella scorta di acqua fresca e uno spuntino alla frutta. Proibite le bevande dolci: possono indurre mal d’auto.

Come affrontare la chinetosi
Dai due-tre anni in poi, alcuni bambini iniziano a soffrire di mal d’auto, d’aria, o di mare: si tratta della chinetosi, una sindrome caratterizzata da nausea, vomito, pallore, mal di testa e irritabilità. È causata da un’immaturità nel sistema vestibolare, che regola l’equilibrio in relazione all’ambiente esterno. Il corpo del bambino, in movimento passivo su un mezzo di locomozione, risente di questo squilibrio e va incontro a malesseri. Un modo per evitare il problema è viaggiare di notte, il sonno riduce copertamente il disturbo, quindi se si viaggia in treno è bene prendere una cuccetta oppure una cabina se in nave. Per combattere la nausea sono indicati cracker, grissini salati all’acqua, pane semplice non troppo fresco. Niente merendine dolci, gelati o alimenti grassi. Alcuni trovano efficaci i bracciali tipo – sea-band – esercitano una pressione su un punto del polso collegato con il senso dell’equilibrio. Solo dopo i tre anni è possibile assumere farmaci veri e propri, a base di dimenidrinato, una sostanza attiva contro la nausea.

Qualche regola e tanta libertà
Una volta arrivati nel luogo di vacanza, è bene lasciare al bambino una manciata di autonomia per vivere il più possibile l’ambiente naturale, che sia mare, montagna, lago o campagna: i colori, i profumi, i paesaggi rappresentano per lui una essenziale fonte di stimoli cognitivi che accrescono la sua curiosità e favoriscono la maturazione neuro-sensoriale. Quindi è bene che il bambino giochi, corra libero, sperimenti l’acqua, la sabbia, la terra e, perché no, che partecipi anche a qualche escursione con i genitori, per visitare un museo, una rovina, un monumento. È però sempre bene rispettare le sue esigenze di riposo. A questa età un bambino deve ancora poter fare un sonnellino nel pomeriggio. La sera è giusto uscire per un gelato o un giro in giostra, ma non si deve fare troppo tardi. Sì al sole, ma negli orari del primo mattino o del tardo pomeriggio. Insomma, con qualche piccola attenzione saremo certi di aver regalato al bambino toto il bello e buono di una vacanza.

Giorgia Andretti

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