L’Ordine dei Medici di Roma ha organizzato un evento per sensibilizzare medici di famiglia e pediatri sulla sempre più precoce diffusione del fumo di canne negli adolescenti. La ricerca portata avanti dall’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction – EMCDDA ha stimato che nel 2020 il 27,2% della popolazione ha fatto uso di cannabis almeno una volta nella vita e che il 15,4% di chi ha tra i 15 e i 34 anni, circa 1,85 milioni di italiani, ne abbia fatto uso nell’arco dell’ultimo anno. In questo contesto l’Italia detiene il primato, insieme alla Francia, di ragazzi che hanno fumato cannabis per la prima volta a 13 anni o prima. Si tratta di circa 66.000 giovani, il 4,4% della popolazione italiana in questa fascia d’età. Pertanto, in Italia l’età media del primo spinello si colloca nella fascia di età della scuola media: tra gli 11 e i 14 anni
È utile sapere quale è il meccanismo d’azione dei cannabinoidi, una volta fumato il THC si diffonde nell’organismo, soprattutto negli organi ad alta concentrazione di grasso. Il THC attraversa la barriera emato-encefalica andando a diffondersi in alcuni loci specifici del cervello: gangli basali e cervelletto in modo prioritario, questo spiega i disturbi sulle funzioni motorie e spazio temporali. Altri loci di interesse sono: l’ippocampo e corteccia, responsabili dei processi cognitivi e mnemonici, oltre nel tronco encefalico, nuclei talamici, ipotalamo e corpo calloso. La presenza del THC è presente anche nei neuroni dopaminergici, i neuroni responsabili del senso di gratificazione, purtroppo però, anche di alcuni disturbi a carico della sfera psicotica. Quest’ultima scoperta giustifica la sempre più concordanza tra il fumo e i disturbi di tipo psicotico. La sostanza resta attiva in questi loci per mesi dopo l’ultima fumata. In conclusione gli effetti sulla mente sono:
Quanto prima i ragazzi iniziano a fumare più si riduce la capacità intellettiva per il resto della vita. A tutti gli effetti, come più volte abbiamo scritto e come anche dichiarato dal prof. Bersani-non è un decadimento intellettivo perché non è stata raggiunta la stabilità cognitiva, ma uno stop alla fisiologica evoluzione cerebrale, questo perché la cannabis interferisce con il processo evolutivo del cervello, viziato nel pieno sviluppo durante l’età adolescenziale. Tutto ciò che viene perso in adolescenza non è più recuperabile.
Gli effetti del THC sullo stato fisico possono essere individuati in sonnolenza, ridotte capacità d’ascolto, congiuntivite, tachicardia e sbalzi pressori. Tutti questi effetti, possono compromettere una serie di attività quali ad esempio: guidare un mezzo o manovrare strumenti meccanici. Uno degli effetti del THC è anche quello di essere dopante, nello sport però attiva un effetto negativo delle prestazioni sportive. Chiaramente, gli effetti non dipendono solo dalla quantità di THC assunta, ma anche dallo stato metabolico della singola persona, il risultato non è mai prevedibile.
In conclusione la proposta- dell’Ordine dei Medici Di Roma è l’introduzione obbligatoria negli orari di scuola, dalle medie, fino a tutte le superiori, di alcune ore di didattica per far capire ai ragazzi i gravissimi danni che le droghe possono determinare sul loro organismo perché la cannabis, non è una droga leggera.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta CBT, laureata in psicologia clinica
Resp. Scientifico Guidgenitori.it