La moda dei selfie è diventata sempre più seguita e non c’è differenza tra le fasce di età. Dal ragazzino al nonno, dall’adolescenza all’età matura. Non passa giorno che non siano pubblicati selfie. I social sono una vetrina mondiale a portata di tutti per diffondere ciò che in quel preciso momento stiamo facendo. Anche le temi subiscono il contagio, la moda attuale è fotografarsi sui binari, ben il 63% dei ragazzi ne ha postato nel 2016. Sono gli adolescenti a ritrarsi sui binari in attesa del treno togliendosi all’ultimo secondo, rischiando così la vita. Raccontano alla Polfer – Ci mettiamo sui binari e aspettiamo che il treno arrivi. In fondo, basta stare un minimo attenti e controllare che i binari siano liberi. Perché non provarci?
Perché mettersi in mostra in un momento in cui le leggi sulla privacy sono diventate ancora più restrittive? E poi, perché farsi l’autoscatto in pose e situazioni intime e diffonderlo? E ancora, perché il ragazzo diciannovenne ha documentato l’omicidio di un bambino e poi ha postato le immagini per mostrare la sua bravata! E per finire, la domanda che un po’ tutti si stanno facendo in questi giorni a proposito del selfie estremo ricercato dal ragazzo di Crotone, ha trovato la morte per farsi un selfie con il treno in corsa dietro di lui e togliersi dai binari all’ultimo secondo. Il selfie, risponde solo alla domanda di mostrare il proprio coraggio agli altri o di adeguarsi a quello che fanno gli altri? Oppure, è un modo per superare le proprie personali paure? O ancora … è un modo per vivere in prima persona la trasgressione perché a questi episodi si identificata il sentimento di onnipotenza universalmente riconosciuto? Le domande sono davvero tante così come lo sono anche le risposte.
Il bisogno di mostrarsi capaci di bravate pericolose spesso nasconde una profonda insicurezza e il selfie riscatta quell’io debole e disarmato attraverso le immagini. Ecco allora che il bisogno di superare l’insicurezza può nascondere una caratteropatia o una patologia psichiatrica. Ad esempio l’insicurezza associata all’autostima fragile, contribuisce a mettere in atto comportamenti grandiosi per ottenere l’approvazione e ammirazione da parte degli altri, risponde a un disturbo narcisistico di personalità. I tratti necessari per questo tipo di inquadramento sono: ricerca dell’immagine di se grandiosa, desiderio di apparire superiori e voglia di ammirazione. La fase iniziale del disturbo bipolare in adolescenza potrebbe essere il substrato su cui affonda la ricerca dei selfie estremi. La fase ipomaniacale è un disturbo eterogeneo e può manifestarsi con sintomi e intensità molto diverse da persona a persona. Caratteristiche genetiche interagendo con l’ambiente darebbero luogo alla patologia. I primi sintomi si manifestano generalmente nell’adolescenza per poi acuirsi in età adulta. L’autostima del soggetto è ipertrofica e quindi sempre alla ricerca di esperienze che evidenzino un forte senso di grandiosità unito alla diminuita capacità di giudizio e autocritica. E un eccessivo coinvolgimento in attività rischiose del tipo: shopping eccessivo, comportamento sessuale sconveniente, investimenti avventati.
Il selfie a differenza di altri tipi di sostanze, non costa nulla, non deve essere acquistato nulla, è sufficiente un semplice click, condividere e l’immagine, in men che non si dica è sparata on-line. Se poi, l’immagine richiama alcuni temi come ad esempio la temerarietà, la sfacciataggine, la sensualità e rappresentazioni di situazioni estreme, l’immagine diventa virale donando così al protagonista dell’autoscatto il piacere dello sballo mediatico. Ovviamente, l’atteggiamento del mostrare si presta anche ad altre interpretazioni tra cui guadagnare punti all’interno di un gruppo e quindi, mostrarsi il più coraggioso, il più intraprendente, il più audace… il più tutto! Ciò che spinge al selfie estremo è troppo speso giustificato con il divertimento o la necessità di fare qualcosa per non annoiarsi o ancora dal bisogno di uniformarsi alle mode imperanti dell’esserci.
Rosalba Trabalzini