Prima di avventurarmi in voli pindarici circa l’arte del rapper Cally, sono andata a rileggermi la definizione di arte come definita dall’enciclopedia on-line Treccani:
Arte – In senso lato, ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati. Il concetto di arte come tèchne, complesso di regole ed esperienze elaborate dall’uomo per produrre oggetti o rappresentare immagini tratte dalla realtà o dalla fantasia, si evolve solo attraverso un passaggio critico nel concetto di arte come espressione originale di un artista, per giungere alla definizione di un oggetto come opera d’arte.
Sono andata a rivedermi non solo Sigarette ma anche tutti i video che girano su YouTube ed ovviamente le Liriche che completano i video realizzati da Junior Cally. Sia le immagini sia le parole sono un torrente in piena di violenza contro le donne dove di artistico ci vedo davvero poco se non il fatto che si è realizzato un prodotto visivo. E che dire di Skioffi e del suo contestato Yolandi, testo rappato due anni fa? Anche il video che ancora gira su YouTube è arte? Eppure le immagini che svolgono la trama di questo prodotto, seppur vietate ai diciotto anni da YouTube possono essere viste da chiunque abbia acceso alla rete. Se non sapete di cosa si parla è sufficiente sapere che sono immagini di violenza nuda e cruda esercitata su una ragazza adolescente. Domenica sera nel format televisivo di Giletti il ragazzo è stato intervistato ed ha dato la sua giustificazione a proposito di Yolandi: – Volevo calarmi nei panni di uno psicopatico…- devo dire che ci è riuscito molto bene – Ho chiesto scusa, in lacrime, perché quello che ho scritto in quella canzone è orrendo. Ovvio che non lo farei più oggi! Scrivendo Yolandi ho voluto dare il massimo della crudeltà, del peggio, una cosa che non aveva mai portato nessuno nell’ambito musicale. Non volevo risultare maschilista, una brutta persona… Mi sono reso conto troppo tardi che le parole che avevo scritto erano troppo pesanti. È ovvio che entrambi i rapper sostengono di essere contro il sessismo e che non farebbero mai del male ad una donna, anzi… sostengono di essere contro la violenza sulle donne, cos’altro potrebbero dire per evitare di essere paragonati a persone di estrema violenza?
Adolescenza, qualcuno definisce questo periodo come un galleggiare sulle sabbie mobili. In effetti è questo un periodo in cui l’individuo, a livello neuro-fisiologico sta sviluppando il sistema logico-deduttivo e quindi, nel rispetto dei parametri genetici, educazionali, ormonali e metabolici, tutte le regole mentali possono essere intraprese e sviluppate. Non ci dimentichiamo che un adolescente è un ragazzino per lo più solo con i suoi pensieri ed è normale che si lasci cullare dalle onde musicali del rap, ma se a queste si associano immagini di violenza, sarà naturale per quel ragazzino associare il comportamento violento alla normalità. Se, sempre a quel ragazzino arriva l’input che sta vedendo una rappresentazione artistica siamo davvero messi male: il connubio violenza e arte potrebbero prendere il sopravvento e diventare il faro da seguire per la vita.
I nostri ragazzi adolescenti vanno protetti, è ovvio che non possiamo proibire l’ascolto o la visione di prodotti artistici, prossimo però far apporre frasi dette dagli autori stessi del prodotto artistico in cui dichiarano:
Insomma dobbiamo preparare i nostri adolescenti a vedere ed ascoltare immagini, spiegando che si tratta solo di fatti non reali e tramutati in eventi artistici so unicamente per far scalpore e guadagnarci un bel po’ di soldi. Deve essere ribadito a chiare lettere che immagini e parole non dovrebbero mai essere rappresentate nella realtà quotidiana perché il rispetto di sé stessi passa in primis nel rispetto degli altri, a qualsiasi genere appartengano.
Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta CBT, laureata in psicologia clinica