I ragazzini iniziano a bere sempre prima e di più. Lo fanno per divertirsi, per imitare il loro rapper preferito, per sentirsi grandi o semplicemente perché non hanno ancora acquisito la sicurezza necessaria a vivere. Purtroppo i ragazzi bevono e anche tanto, il primo bicchiere viene consumato intorno agli 11-12 anni contro i 14 anni e mezzo degli altri Paesi dell’Unione Europea. Sicuramente essere uno dei maggiori produttori di vino al mondo ha sdoganato il concetto che un bicchiere di vino rosso al giorno fa bene al cuore, non è corretto e, come sottolineato e diffuso dalla Federazione Mondiale dei Cardiologi e dalla società europea di categoria, è privo di evidenza scientifica e responsabile di distogliere l’attenzione dai danni alcol-correlati. E’ accertato inoltre che l’alcol provochi anche danni ai denti. In molti Paesi è raccomandato di non bere più di 10 bevande alcoliche a settimana. L’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – non pone limiti perché le prove dimostrano che la situazione ideale per la salute psico – fisica è non consumare affatto alcol.
Un aiuto ai genitori attraverso il seguente decalogo
Di fronte a dati poco confortanti dei ragazzi che iniziano a bere sempre prima e in modalità dipendente è necessario che famiglie e strutture educative intervengano con ogni mezzo per arginare il consumo di alcool fra i giovanissimi. L’Osservatorio su Fumo, Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità ha ritenuto doveroso fornire ai genitori un vero e proprio decalogo, una raccolta di suggerimenti utili a favorire una scelta responsabile. I ragazzi sono vulnerabili, sottoposti a pressioni medianiche, pubblicitarie e sociali, spiegano gli esperti, e possono incorrere nell’intossicazione alcolica, ecco allora le regole per riuscire a limitare i danni.
- Bere è normale, lo si vede nella vita quotidiana come nei video che girano sui social. Gli adolescenti non sono inclini per natura al conformismo; agevolare tale inclinazione e incoraggiare in questo caso un sano anticonformismo può contribuire a far emergere e maturare la loro personalità e ad evitare di attribuire all’alcol un valore che non ha.
- L’alcol, a parere dei ragazzi, aiuta a superare la difficoltà di relazione o di inserimento nel gruppo e conferisce sicurezza. Il ruolo chiave dei genitori dovrebbe essere esercitato ricorrendo alle buone pratiche: dare il buon esempio, far crescere i ragazzi in un ambiente in cui la presenza dell’alcol, se presente, è discreta ed il modello di consumo moderato. È dimostrato che lo stile di consumo del capofamiglia influenza quelli dei componenti il nucleo familiare. Nelle famiglie completamente astemie la frequenza di consumatori che adottano consumi alcolici inadeguati è scarsissima
- Parlare del rischio alcol durante l’adolescenza è troppo tardi questi discorsi o comportamenti modeling vanno affrontati quando i figli sono ancora bambini
- Prima dei 15 anni, l’apparato digerente non ha completato la maturazione del sistema enzimatico che metabolizza l’alcol è quindi inevitabile che qualsiasi bevanda alcolica consumata esponga a maggior rischio l’organismo.
- Una raccomandazione ulteriore va fatta per le adolescenti e per le donne in genere. Al di là della maggiore vulnerabilità femminile è da porre la questione del rischio di gravidanze indesiderate maturate a seguito della perdita del controllo delle proprie capacità fisiche e mentali cui un abuso di alcol espone: l’alcol nuoce al feto.
- I giovani vanno accompagnati nella scoperta del limite che separa il consumo dall’abuso: un calice di vino, una birra, un aperitivo alcolico rendono più spigliati e creativi, favoriscono le relazioni sociali, ma in contemporanea abbassano la percezione del rischio, la lucidità mentale e la prontezza dei riflessi. Le occasioni sono tante ed anche una serata in pizzeria può trasformarsi in un contesto a rischio se si deve tornare a casa in motorino.
- Insegnare ai ragazzi a leggere le etichette e a essere coscienti che quando si beve, anche i 4-5 gradi alcolici segnalati sull’etichetta sono alcol, li emanciperà come consumatori e li preparerà ad affrontare meglio le scelte nelle situazioni in cui il controllo formale o familiare non è attivo. Da questo punto di vista tutte le bevande alcoliche sono uguali.
- Il nostro organismo è dotato di un meccanismo tale da richiedere nel tempo quantità sempre maggiori di alcol per giungere alle stesse esperienze di piacere che accompagnano il consumo se inizialmente bere uno o due bicchieri sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo di sentirsi più disinvolti ed euforici, purtroppo, immediatamente a seguire scatta il meccanismo fisiologico che richiede quantità progressivamente crescenti per avere gli stessi effetti. I bicchieri diventano tre, quattro, sei e si perde il controllo diventando dipendenti dall’alcol.
- Offrire la casa agli amici dei figli e coinvolgere i figli nella organizzazione di una festa o di un semplice incontro può essere l’occasione per dimostrare che ci si può divertire e ottenere un clima spensierato e allegro anche con l’accompagnamento di bevande analcoliche.
- Vigilare sui giovani può sembrare un consiglio ovvio, ma situazioni spesso reputate tranquille possono essere causa di conseguenze impreviste per i giovani. Anche nel corso di una serata in pizzeria con gli amici, c’è la possibilità che i giovani ricevano bevande alcoliche: è vietato per legge al di sotto dei 16 anni, ma non sempre la norma è applicata.
Una volta attivata la dipendenza, smettere di bere è difficile
Disabituarsi alla dipendenza dall’alcol per i ragazzi è un percorso faticoso ed il sostegno della famiglia ed amici è indispensabile. Il ricovero si rende necessario all’inizio per uscire fuori totalmente dalla dipendenza dell’alcol è necessario un periodo di astinenza totale di almeno 30 – 36 mesi.
Ross Lina
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