L’ansia da separazione non è uno stato emotivo vissuto solo dai bambini, anche le mamme a loro modo vivono questo tipo di ansia. Se la preoccupazione è limitata, è normale provarla, fa parte delle normali relazioni madre-figlio. Però, se l’ansia occupa uno spazio importante al punto da rendere difficoltose le relazioni, questa verrà percepita in modo negativo dal bambino alterando totalmente non solo la comunicazione ma facendo lievitare lo stato ansioso fino a livelli da richiedere l’intervento di uno specialista.
Non sono poche le mamme desiderose di avere il controllo completo della giornata del proprio bambino, in pratica di come passa la sua giornata. Vorrebbero poter controllare in ogni momento senza rendersi conto che questo atteggiamento da controllore, andrà a creare indirettamente un danno non da poco al bambino. Infatti, sentirsi oggetto della preoccupazione della mamma, potrebbe lasciar spazio alla costruzione di una convinzione del tipo: – se la mamma è spaventata quando non sono sotto i suoi occhi vigili, allora vuol dire che qualcosa di spiacevole può capitarmi. Non dimentichiamo che i bambini iniziano a sperimentare il mondo attraverso la prima figura di riferimento. Se i messaggi subliminali inviati al bambino sono del tipo: qualcosa di spiacevole può accadere, l’unica conoscenza possibile per il bambino sarà: il mondo è spaventoso e pericoloso. Se ad un bambino viene inviato un messaggio negativo della realtà, di certo non potrà che ampliare la paura trasformandola nella – paura di tutto. Per superare questo stato emotivo, il bambino richiederà la presenza costante della mamma, anche durante la notte. Il timore che la mamma possa allontanarsi, può condurre il bambino ad opporre resistenza al sonno e da qui a soffrire d’insonnia, il passo è brevissimo. La conseguenza immediata della perdita di sonno è l’irritabilità e il nervosismo durante il giorno.
È importante cercare di tenere sotto controllo la propria ansia o quantomeno, non farla percepire ai bambini. In caso contrario, potrebbero spaventarsi e decidere di rinunciare alle nuove esperienze attivando così un’ipoteca sul futuro estremamente limitante. La genesi degli attacchi di panico degli adulti spesso vede situazioni similari vissute nella fanciullezza. Cosa si può fare per evitare simili reazioni? Prima di tutto, imparare a riconoscere i veri pericoli. Una semplice caduta con sbucciature delle ginocchia non è nulla di cui preoccuparsi, in pochi giorni tutto torna a posto. Va bene essere attente, ma attenzione a non rasentare l’ansia patologica, il training autogeno potrebbe rivelarsi un buon metodo per rilassarsi. Il controllo della respirazione e il rilassamento fisico e mentale è un ottimo rimedio per rendere l’ansia più fluida. Per il bene del proprio figlio, inoltre, è preferibile soffrire un po’ di ansia consapevolmente, piuttosto che impedire al bambino di andare in gita o in palestra, agli scout o ad una festicciola. Loro ne saranno grati in futuro. Insomma, non dimentichiamo che le prima maestra di vita di ogni bambino è proprio la mamma. Quanto più si offre un’immagine di serenità e di accettazione incondizionata del mondo esterno ai bambini, tanto più loro saranno in grado di affrontare il mondo con la giusta tranquillità che tutti i bambini dovrebbero avere. Anche l’ansia da separazione sarà solo un gioco da sperimentare.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile scientifico di Guidagenitori.it
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