La responsabilità dell’utilizzo dello smartphone dei ragazzi è sicuramente fino ai 14 anni solo dei genitori età in cui per legge i genitori sono gli unici responsabili di ogni tipo di comportamento messo in atto, e per comportamento si intende sia in ambiente reale sia in ambiente virtuale. Questo significa che donare uno smartphone ad un ragazzo che non ha ancora compiuto i 14 anni, la responsabilità per qualsiasi atto collegato all’utilizzo del device è dei genitori, unici responsabili sia per quanto riguarda l’eventuale dipendenza da smartphone da trattare, sia per i danni oculistici sempre più presenti nei preadolescenti. Purtroppo, sempre più spesso si vedono ragazzini con uno smartphone in mano a guardare o giocare, non si sa a cosa.
Sono molti i genitori che già alla scuola primaria concedono il cellulare schernendosi dietro due frasi ricorrenti: – È per ragioni di sicurezza, così so sempre dove si trova mio figlio – e – Tutti i suoi amici già lo possiedono, come faccio a dire di no? Farei sentire mio figlio inferiore ai suoi compagni di classe. A queste frasi si può replicare tranquillamente: davanti alla legge qualsiasi azione messa in atto dai ragazzi a risponderne direttamente sono i genitori, quindi non vanno mai lasciati avere il libero arbitrio delle loro azioni. Questo significa che se i ragazzi per-adolescenti non possono restare soli in casa così come non possono restare soli in un parco o girare in luoghi e strade non sicure dopo il crepuscolo non possono neanche avere libero accesso al mondo. Va da sé che la riposta: per ragioni di sicurezza, è quanto meno inadeguata in questa situazione. La seconda risposta: la richiesta del cellulare perché lui è l’unico tra i suoi amici a non averlo, potrebbe essere corretta, ma deve essere ben valutata la reale capacità all’utilizzo dello smartphone. Purtroppo, se la maggior parte dei genitori ritiene sia corretto abbassare il limite di età per concedere uno smartphone, è necessario capire quanto il bambino sia realmente pronto al suo utilizzo. Non esiste una regola vincolante per stabilire l’età in cui un bambino è pronto per uno smartphone, dovrebbe essere concesso quando siamo certi che il ragazzo sia davvero rispettoso delle regole, prima tra tutte che non deve essere utilizzato il device per più di due ore al giorno. Questo perché i device possono dare dipendenza una volta tra le loro mani.
Per iniziare a verificare quanto vostro figlio rispetti le regole imposte, regalategli un cellulare semplice, no smartphone, uno di quelli abilitati a fare o ricevete telefonate e fissate un tempo di utilizzo: max due ore al giorno. In questo modo potete verificare se il tempo è rispettato, e solo dopo avere accertato la rispondenza alle regole per almeno sei mesi, sarà possibile passare allo smartphone reale, il device aperto al mondo. Infatti, non deve mai essere dimenticato che lo smartphone non è un semplice telefono, è una finestra aperta sul mondo a tutti i livelli. Dopo aver concesso lo smartphone sarà bene applicare un sistema di controllo parentale. Altre regole da rispettare saranno:
Uno degli effetti collaterali più importanti derivanti dall’utilizzo dei device è la miopia, questa difficoltà della visione è purtroppo in aumento in tutto il mondo, ed è stato stimato che nel 2050 la metà della popolazione mondiale sarà miope. Siamo quindi davanti ad una vera epidemia di miopia, dovuta al troppo tempo passato davanti a un monitor senza la possibilità di alternare la visione da vicino con quella da lontano. Considerato che questa condizione mina la corretta visione è bene fare un controllo annuale dall’oculista. Sarà poi necessario, proprio per contrastare il rischio oltre alla miopia anche della dipendenza di stimolare la pratica di attività all’aperto, è bene quindi incoraggiare i ragazzini a partecipare ad attività in cui gli smartphone non sono ammessi: praticare sport o apprendere uno strumento musicale. Quanto appena indicato deve essere considerato valido per l’intera famiglia, adulti compresi, i ragazzini apprendono e rispettano con maggior diligenza se anche noi adulti siamo rispettosi delle regole che imponiamo loro.
Rosalba Trabalzini
Medico Resp. Scientifico Guidagenitori.it
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