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L’emozione del primo giorno di scuola

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Alcuni bambini, soprattutto quelli che hanno frequentato il nido, sono già abituati a trascorrere del tempo lontani da casa e dalla famiglia, hanno per questo maggiori armi psicologiche per affrontare il distacco e l’ingresso in un ambiente nuovo. Ma non sempre è così: spesso si sente raccontare dalle mamme di veri e propri piccoli drammi vissuti dai bambini nel passaggio dall’ambiente rassicurante del nido a quello più ampio e vivace della scuola per l’infanzia. Insomma, l’ansia per il distacco dalla mamma, dalla propria casa o anche dall’ambiente scolastico al quale si era abituati riguarda davvero tanti bambini. Sono pochi quelli che passano con disinvoltura da una realtà all’altra, senza risentirne. Nella maggior parte dei casi un po’ di tristezza c’è ed è destinata a finire nell’arco di un mese, nel frattempo è bene aiutare il bambino a vivere al meglio questi giorni impegnativi.

Alla materna: abituiamolo prima
Alla scuola per l’infanzia, l’inserimento è un momento delicato. Il bambino, infatti, a tre anni è già abbastanza grande per rendersi conto che lascia la sua casa, il suo ambiente rassicurante, ma non ha ancora la sufficiente maturità per capire che si tratta di un distacco temporaneo, che dura solo qualche ora. Non ha importanza quanto tempo si resti in classe, per il bambino, si è lontani dalla sicurezza, preda dell’ignoto e il momento in cui si rivedrà il viso materno sembra lontanissimo. Per fortuna, al primo anno della scuola per l’infanzia si organizza un periodo di inserimento, appunto, in cui il bambino si reca in classe prima con il genitore o un nonno solo per un’oretta, quindi viene lasciato solo per mezz’ora e così via, riducendo il tempo di permanenza dell’adulto e aumentando quello in cui il bambino sta da solo. Una sorta di inserimento si può anche mettere in atto nei giorni precedenti, portando il piccolo a vedere l’edificio, chiedendo se possibile se si può visitare l’interno, cercando di conoscere qualche nuovo compagno di classe.

Alla primaria: stringiamo nuove amicizie
Anche alla scuola elementare può capitare che i bambini abbiano un po’ di magone e che scenda qualche lacrima. In questo caso, a preoccupare è soprattutto l’impegno che ci potrebbe essere, la dimensione delle grandi aule, il fatto che ormai gli insegnanti non sono più dei vice-genitori. È vero però che in questa fase l’età aiuta, perché già al secondo o al terzo giorno di scuola il bambino si sente rassicurato e va a scuola senza problemi. Sicuramente è utile favorire le amicizie, organizzando magari una piccola festa di inizio anno: oggi con le e-mail e i gruppi whattsap è tutto più semplice. Se poi la malinconia continua e subentra il rifiuto ad andare a scuola, è opportuno non sorvolare, ma parlarne con le insegnanti e il pediatra.

Giorgia Andretti

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