La campagna vaccinale dei bambini di età scolare è partita da un mese ma i risultati non sono quelli sperati: lo dimostrano i numeri diffusi dall’Associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani, secondi i quali oltre il 76% dei bambini con Covid-19 ricoverati in terapia intensiva non ha ricevuto vaccini. E non è tutto: il 69% dei piccoli in intensiva fino ai 4 anni di età sono figli di genitori non immunizzati. Resto il fatto che i bambini possono ammalarsi con il covid.
L’AOPI ha attivato un sistema di monitoraggio settimanale dei bambini e adolescenti con Covid-19, ricoverati sia in area medica che in area critica. La raccolta dati, effettuata nei 15 centri italiani più importanti nell’ambito delle cure dei più piccoli e dei giovanissimi, servirà per fornire un quadro aggiornato dell’andamento dei ricoveri in età pediatrica e della gravità delle condizioni cliniche dei piccoli pazienti. Sarà questo uno strumento di controllo utile al fine di fornire dati per prendere decisioni strategiche da parte dei legislatori. I dati raccolti nel primo monitoraggio riguardano la giornata di lunedì 10 gennaio: nei principali ospedali pediatrici i bambini ricoverati erano in tutto 212 e di questi 192 nell’area medica e 20 nell’area intensiva. Si tratta di numeri decisamente superiori a quelli registrati nel corso delle precedenti tre ondate dell’epidemia e indicano che adesso i bambini sono più colpiti dal virus rispetto al passato, anche se per fortuna, nella maggior parte dei casi, i sintomi restano lievi. Ma non sempre è così: ci sono anche casi di bambini con malattie croniche che rischiano conseguenze serie per l’infezione da Covid-19.
Dei 212 bambini ricoverati, 134 sono nella fascia età tra 0 e 4 anni mentre 78 hanno un’età compresa tra i 5 e i 18 anni. La variabile della vaccinazione pesa in modo significativo sulla gravità dell’infezione: su 13 piccolissimi ricoverati in terapia intensiva o sub intensiva, ben 9 hanno genitori non vaccinati. Per questa ragione, gli esperti AOPI lanciano con forza un appello: è importante vaccinare al più presto tutti i bambini. E per quelli che sono in una fascia di età che ancora non può accedere alla vaccinazione, è importante che siano i genitori a proteggerli. Questa protezione va in due direzioni: prima di tutto, vaccinando se stessi e aiutando anche chi è in difficoltà a farlo. È il caso, per esempio, dei nonni che possono avere difficoltà di prenotazione con il computer o lo smartphone, oppure di altri famigliari che vivono in luoghi isolati e che hanno problemi a raggiungere il centro vaccinale. Intorno ai bambini, soprattutto se fragili, va creata una rete di sicurezza, costituita appunto dai vaccini. I bambini della scuola primaria vanno vaccinati, visto che c’è la possibilità e che il vaccino è sicuro ed efficace. Per i più piccoli, ci si augura che la disponibilità arrivi al più presto e, soprattutto, che le famiglie ne comprendano l’importanza.
Giorgia Andretti
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