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Pneumococco nel mirino

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Pediatri e igienisti lanciano l’appello: vacciniamo i bambini per difenderli dal batterio della meningite

“Vacciniamo tutti i bambini contro il pneumococco”. A lanciare l’appello per difendere i più piccoli dal batterio che causa serie infezioni tra le quali la meningite sono stati, nei giorni scorsi, igienisti e pediatri. Per ora in Italia la vaccinazione contro il pneumococco è raccomandata solo a bambini ad alto rischio fino a cinque anni, come diabetici e malati di Aids. Ma una indagine condotta in Italia ha scoperto che la frequenza del microrganismo è molto più diffusa di quanto si è fino ad oggi ritenuto e per questo i medici hanno chiesto al ministro della Salute Girolamo Sirchia e alle Regioni di raccomandare la vaccinazione di tutti i bambini entro il primo anno di vita e prima che arrivino freddo e influenza.
La proposta è venuta al termine del Convegno organizzato dalla Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), dalla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) e sostenuta dai professori Pietro Crovari del Consiglio Superiore di Sanità, Gaetano Maria Fara, dell’Università “La Sapienza “di Roma, Francesco Tancredi presidente della Società Italiana di Pediatria e Pier Luigi Tucci, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri.

L’indagine alla base dell’appello è durata 8 mesi ed è stata condotta grazie ad una rete di dieci Ospedali pediatrici di riferimento. Circa il 70% dei bambini ricoverati con febbre è stato sottoposto ad un esame di emocoltura e sono stati osservati quasi 13 casi di infezione batterica da pneumococco ogni 1.000 bambini. Questo dato, sottolineano gli esperti, è molto vicino a quello osservato da analoghe indagini negli Stati Uniti (16 su 1.000). Inoltre, più del 40% dei casi si è verificato nel primo anno di vita e più del 75% nei primi due. Contemporaneamente i Pediatri di Famiglia nel Triveneto hanno preso in esame 20.373 bambini sotto i tre anni di età e li hanno sottoposti ad emocoltura qualora si fossero verificati episodi febbrili importanti. E’ emerso che l’incidenza cumulativa delle infezioni invasive da pneumococco è di 53,9 per centomila.

“Si tratta di un’indagine unica in Italia – ha spiegato il professor Alessandro Maida, Rettore dell’ Università di Sassari e coordinatore della ricerca – condotta su vasta scala e con una identica metodologia che ci ha consentito di sovrapporre i risultati degli ospedali pediatrici con quelli dei pediatri del Triveneto e di arrivare a una certezza: l’ Italia non è privilegiata, come si pensava fino a un paio di anni fa, rispetto alla Francia, alla Germania o agli Stati Uniti dove la profilassi diffusa contro lo pneumococco è una realtà. Finora – precisa il Rettore – i dati a disposizione del ministero erano sottostimati. Oggi, grazie a questa indagine, si ha finalmente un quadro reale e completo della situazione italiana”. “Certo – ha concluso il professor Maida – la vaccinazione costa, ma i vantaggi sono enormi: si va da una drastica riduzione dei casi di infezioni gravi all’abbattimento dei costi di degenza per la sanità pubblica; dal contenimento dei contagi famigliari all’uso di antibiotici mirati e a basso prezzo”.

 

Matteo De Matteis

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