Fino a qualche anno fa erano in pochi a sapere cosa fosse la fibromialgia, almeno fino a quando non è salita alla ribalta delle cronache grazie a Lady Gaga. È stata infatti la famosa cantante a dichiarare la sua condizione di persona affetta da dolori diffusi a tutto il sistema muscolo-scheletrico. Questo disagio, pur non essendo riconosciuto come una malattia, infatti, nessun organo ne risulta danneggiato anche se i dolori e la stanchezza costanti possono davvero avere un impatto negativo sulla vita quotidiana. Ad essere colpite sono soprattutto le donne con un rapporto di otto ad uno e l’età di insorgenza si attesta tra i venti e sessanta anni, anche i bambini ne possono soffrire.
Il segno distintivo della fibromialgia è il dolore muscolare in tutto il corpo, oltre alla dolorabilità generalizzata, possono essere presente uno o più dei seguenti sintomi:
La comunità medico-scientifica riconosce la realtà del dolore intenso della fibromialgia, la ricerca suggerisce che questo sia dovuto a come il corpo percepisce il dolore a livello nervoso centrale. Alcuni ricercatori ritengono che la genetica possa svolgere un ruolo anche se non sono stati codificati geni specifici.
La ricerca brancola ancora nel vuoto rispetto all’eziologia, sebbene ci siano molte teorie. Alcuni ricercatori ritengono che gli squilibri ormonali o chimici interrompano il modo in cui i nervi riconoscono il dolore. Altri suggeriscono che un evento traumatico o uno stress cronico possono aumentare le probabilità di soffrire di fibromialgia. La maggior parte dei ricercatori concorda sul fatto che la fibromialgia deriva probabilmente da un insieme di fattori genetici, epigenetici e psicologici. Il medico che per primo accerta la condizione dolorosa è il reumatologo, ovvero il medico dell’artrite il quale dopo aver escluso la polimialgia reumatica, la miosite o la polimiosite, la gestione della terapia passa di mano tra il proprio medico di base, lo psicoterapeuta CBT a questo disagio specializzato e con i gruppi di sostegno. La dolorabilità aumenta in caso di:
Obiettivo primario della terapia è minimizzare il dolore, regolare i disturbi del sonno e stabilizzare il tono dell’umore, sono quindi raccomandati:
Ogni fibromialgico risponde in modo diverso alle varie terapie, ma se ben calibrate tra loro il miglioramento può diventare realtà.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Medico psichiatra, Psicoterapeuta CBT, Laureata in Psicologia Clinica
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