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Celiachia, la dieta per la vita

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Sono tanti, stando alle ultime rilevazioni del Ministero della Salute, i bambini a cui ogni anno viene diagnosticata la sindrome celiaca, cerchiamo di comprenderne il significato. La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente nei seguenti cereali: avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale.  Più esattamente, l’intolleranza è rivolta alla gliadina, una importante componente del glutine stesso. Di conseguenza, tutti gli alimenti derivati da questi cereali o che sono entrati in contatto con cibi contenenti glutine, sono dannosi per i pazienti a cui è diagnosticata la malattia celiaca. Non poter consumare cibi come pasta, pizza, lasagne, o un bel panino con salame, perché la farina bianca può contenere glutine, per un bambino può essere fonte di un serio disagio. Per questo il Ministero della Salute, con la Legge 4 del luglio 2005, n. 123 Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 7 luglio dello stesso anno ,  ha riconosciuto la celiachia come malattia sociale.

Celiachia, disturbo genetico

La celiachia riconosce tra le sue cause una potenziale forma allergica codificata da alcuni geni specifici. Un bambino con i sintomi della malattia può avere un parente celiaco, è utile sottoporre il piccolo alle analisi diagnostiche necessarie per raggiungere una diagnosi certa o escluderla. Esami precisi e affidabili e anche relativamente poco invasivi sono oggi disponibili per effettuare uno screening. Ne sono un esempio la ricerca degli anticorpi anti-endomisio, si effettuata in tutti i maggiori ospedali generali e pediatrici.

Sintomi della celiachia

A parere dei maggiori esperti i sintomi possono così riassumersi fondamentalmente in malassorbimento degli alimenti contenenti glutine con relativi disturbi gastrointestinali quali: colite, diarrea, magrezza, spossatezza e, mal di testa. Sintomi che possono incidere sulla crescita e causare anemia. La diagnosi precoce è l’unico strumento in grado di disciplinare l’alimentazione a base di cereali e farine. I primi anni di vita sono decisamente i più importanti per l’organismo ed il pediatra di base deve poter arrivare ad una diagnosi precocemente. Soltanto a diagnosi conclamata sarà possibile stabilire la dieta corretta ed un appropriato regime dietetico è sinonimo di buona salute. L’intolleranza al glutine prevede la sua eliminazione, gravi lesioni alla mucosa dell’intestino tenue si possono verificare senza l’eliminazione del glutine dalla dieta. Della celiachia non è prevista la guarigione mentre è prevista una buona e soddisfacente qualità della vita solo con l’eliminazione attenta degli alimenti contenenti il glutine o soggetti al rischio di contaminazione. La dieta può essere iniziata solo al termine della valutazione medica.

Le precauzioni in cucina

L’efficacia della dieta è legata alla sua applicazione costante e rigorosa per tutta la vita perché, l’introduzione di quantitativi anche minimi di glutine nei pasti del bambino celiaco può provocare la ricomparsa della sintomatologia della malattia. In cucina è quindi indispensabile rispettare rigorosamente alcune accortezze:

  • conservare gli alimenti senza glutine in dispense o scaffali appositi;
  • in mancanza di un piano di lavoro riservato, lavare accuratamente gli oggetti prima di utilizzarli per la preparazione dei pasti a base di alimenti privi di glutine. Si può ricoprire il piano con carta da forno, o fogli di alluminio.
  • preparare prima i pasti senza glutine rispetto a quelli normali e non poggiare mai gli alimenti su superfici potenzialmente contaminate;
  • organizzare un corredo a parte di posate, stoviglie, scolapasta, grattugia, nonché di piccoli elettrodomestici (tipo frullatore) riservato solo alla preparazione degli alimenti senza glutine;
  • lavare accuratamente le mani prima di lavorare cibi senza glutine, l’addetto alla preparazione dei pasti può essere veicolo di contaminazione.

L’aiuto dalle mense scolastiche

Per facilitare la serenità e la vita quotidiana ai piccoli celiaci anche in ambienti scolastici dove il confronto con i coetanei è continuo, la legge 123 ha stabilito l’obbligo per tutte le mense scolastiche di fornire pasti specifici per celiaci completamente privi di glutine e preparati da personale apposito, al solo scopo di evitare la possibile contaminazione. Per usufruire del servizio è necessario produrre il certificato medico che attesti la malattia celiaca del bambino. Il disturbo va anche segnalato al momento dell’iscrizione. Per stare ancora più tranquilli, i genitori di un piccolo con celiachia possono richiedere un incontro con i titolari del servizio mensa o del catering, alfine di verificare le reali condizioni di sicurezza. Molte scuole prevedono una “commissione mensa”, composta da genitori volontari ed insegnanti, il cui compito è controllare appunto la qualità dei pasti.

Come raccontare la celiachia al bambino

Una volta ricevuta la diagnosi, i genitori devono informare del problema tutti i familiari e le persone che frequentano abitualmente la casa, gli amici, ovviamente la scuola e i ristoratori al momento di scegliere il menù. Il momento più difficile, però, è spiegare al bambino la propria condizione di celiaco. La strada migliore è senza dubbio dire la verità. Le informazioni dovranno essere comprese facilmente dal bambino, quindi i genitori dovranno utilizzare un linguaggio, espressioni ed esempi adatti alla sua età.  Alcuni consigli pratici per affrontare l’argomento:

  • evitare di esporre la celiachia come un problema. Parlarne come quando si descrive una condizione genetica, come quella del colore dei capelli o della pelle;
  • accompagnare l’argomento con esempi di altre intolleranze: al latte, alle uova, alle nocciole. L’importante è non prendere esempi di patologie gravi ed invalidanti;
  • valorizzare le grandi possibilità alimentari offerte ai celiaci. Si può mangiare quasi tutto tranne che per i carboidrati per cui è necessario consumare la versione per celiaci.

Marina Zenobio

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