

All’inizio dell’epidemia di Covid-19, si pensava che i bambini sviluppassero pochi segnali della malattia e assenza di complicanze, o quasi. La realtà purtroppo è diversa. Gli esperti hanno infatti registrato un certo numero di casi di bambini con sintomi di una sindrome da iper-infiammazione o più esattamente sindrome infiammatoria multi sistemica – MIS-C. La sindrome era contemporanea all’infezione da Sars-Cov-2 nel resto della comunità ed ha spesso richiesto il ricovero in ospedale e talvolta sono state necessarie cure intensive.
La sindrome iper-infiammatoria è caratterizzata da febbre attiva per alcuni giorni, eruzione di colore rosso vivo sulla pelle, spesso dolori articolari e addominali e diarrea. Raramente si verificano infiammazioni ai polmoni, come succede agli adulti, mentre nei bambini si può verificare miocardite, l’infiammazione del tessuto che costituisce il cuore. Se diagnosticata e curata per tempo, la miocardite guarisce perfettamente, mentre se viene trascurata può portare, con il tempo, alla comparsa di deficit di funzionalità cardiaca e aritmie. La funzionalità cardiaca dei bambini con la MIS-C come complicanza del Covid ritorna a livelli completamente normali entro 3-4 mesi. Sono incoraggianti i risultati di uno studio coordinato dalla University of Pennsylvania e pubblicato sul Journal of the American Heart Association.
La MIS-C insorge in media entro un mese e mezzo dopo Covid e può causare infiammazione in diverse parti dell’organismo, dal cuore ai polmoni, dai reni al tratto gastrointestinale. Si stima che nell’80-85% dei casi di MIS-C si riscontrino anomalie nella funzionalità del ventricolo sinistro, la camera del cuore che spinge il sangue in tutto l’organismo. Lo studio ha preso in considerazione 60 bambini con un’età media di 11 anni tutti ricoverati per MIS-C in due ospedali di Philadelphia tra aprile 2020 e gennaio 2021 e confrontato gli esami cardiologici durante il decorso della malattia e nei successivi mesi con quelli di altrettanti bambini che non avevano avuto MIS-C né Covid. Dopo un importante decadimento iniziale, che, per i problemi di contrattilità del ventricolo sinistro ha riguardato l’81% dei bambini, già dopo la prima settimana dal ricovero si osservava un miglioramento della funzionalità cardiaca ed entro 3 – 4 mesi si aveva un pieno recupero. Lo studio non ha riscontrato anomalie durature alle coronarie. I ricercatori hanno inoltre eseguito approfondimenti che hanno escluso anche la persistenza di danni nascosti al cuore che non avessero nell’immediato ripercussioni cliniche.
La sindrome iper-infiammatoria si verifica principalmente in due gruppi di bambini: nella primissima infanzia prima dei tre anni e in quelli di età scolare dai sette anni in su. I sintomi si presentano, generalmente, dopo la possibile infezione da Sars-Cov-2, da qualche giorno a due settimane circa. Gli esami emato-chimici fanno riscontrare alti valori della Ves – la velocità di sedimentazione dei globuli rossi – e della Pcr – proteina C-reattiva – due importanti indici di infiammazione. Una volta ottenuta una diagnosi sicura, la terapia si basa su farmaci attivi sull’infiammazione ad azione rapida, quindi il cortisone. In alcuni casi sono stati utilizzati farmaci biologici specifici, per bloccare specificatamente alcune molecole dell’infiammazione come l’interleuchina-1. È opportuno sottoporre i bambini ad un ecocardiogramma, ovvero un’ecografia del cuore e delle coronarie per escludere l’eventuale interessamento di questo organo.
Sahalima Giovannini
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