Nasino libero, notti più tranquille

Scuola, le regole per le iscrizioni
3 Febbraio 2010
Piccole conquiste d’autonomia
8 Febbraio 2010

Nasino libero, notti più tranquille

Condividi sui social

E’ sufficiente un semplice raffreddore, per mettere di cattivo umore un bambino piccolo, farlo star male, rovinargli il riposo: vediamo insieme come aiutarlo a respirare meglio.

Il naso si prodiga senza sosta per consentire all’aria di arrivare nei polmoni nel migliore dei modi: riscaldata, umidificata, depurata da virus, batteri e particelle inerti.
Tuttavia, la presenza di abbondanti secrezioni determina uno squilibrio in queste delicate funzioni ed è anche la causa principale del naso chiuso, un disturbo che può, a sua volta, favorire l’insorgere di complicazioni sinusali a carico dell’orecchio medio e delle prime vie respiratorie.
Il problema del naso chiuso è molto frequente, soprattutto nei bambini, in cui crea una situazione di grande disagio: se il bambino ha il naso chiuso e non riesce a respirare bene è facile che si abbandoni a crisi di pianto o si svegli durante il riposo. Allo stesso modo anche quando è raffreddato, può capitare che il piccolo abbia disturbi alle fosse nasali. Il problema del naso chiuso può avere, infatti, cause diverse, ma le principali restano l’eccesso nella secrezione del muco dovuto a raffreddamento e la riduzione del flusso aereo dovuto ad edema dei turbinati per effetto di allergeni.

Attenti all’aria troppo secca
Una stanza in cui l’aria è poco umidificata può creare una secchezza nelle narici, con conseguente indurimento del muco e “tappo” delle prime vie respiratorie. L’eccessiva disidratazione ed i valori estremi di temperatura (oltre i 40° e sotto i 10° la temperatura ideale è di 32°) ostacolano la normale attività ciliare (l’epitelio nasale è cosparso di peli che come abbiamo visto riesce ad intrappolare le particelle di grandi dimensioni), le numerose ghiandole secretorie (oltre 100.000 ghiandole sierose) presenti nel naso costituiscono le strutture necessarie per prevenire importanti modificazioni dei parametri ottimali. In questo caso, il bambino, oltre ad avere problemi di respirazione, avra anche un vero e proprio dolore alle pareti nasali.
Anche la polvere è una temibile nemica del naso del bambino in quanto può causare piccole stratificazioni nelle narici interne che provocano irritazioni e allergie con prurito e piccoli starnuti. L’aria che si respira è una miscela di gas che contiene in sospensione virus, batteri e particelle inerti.

Il raffreddore, che tortura
Il classico naso chiuso da raffreddore è un vero e proprio tormento per il bambino piccolo, alle prese con fazzolettini di carta, occhi che lacrimano e testa pesante, e questo soprattutto perché, fino a 3-4 anni, i bambini non sanno soffiarsi il naso. Uno degli aspetti più fastidiosi del raffreddore, infatti, è proprio la sensazione di naso chiuso dovuto ad una congestione nasale con sovrabbondanza di produzione di muco il quale rende difficoltoso non solo il parlare ma anche deglutire, dormire e persino respirare.

Come aiutare il bambino a respirare meglio
Ci sono, alcune regole pratiche per aiutare il bambino a respirare bene dal naso

  • Tenere sempre un umidificatore nella stanza in cui soggiorna.
  • Di notte, mettere un cuscino sotto il materasso, dalla parte della testa. Questo piccolo accorgimento aiuterà il piccolo a mantenere il naso più libero.
  • Cercare di non fare pulizie sollevando polvere quando il bambino è presente.
  • Durante le poppate, tenere la testa del bebè ben sollevata.
  • Controllare e pulire frequentemente il naso del bambino con prodotti specifici.

Questi sono di varia composizione ma la soluzione ideale è rappresentata da una soluzione isotonica o fisiologica, cioè una soluzione dove la concentrazione tra l’interno e l’esterno si equivalgono. La soluzione fisiologica è identica alle lacrime e non determina ne disidratazione ne rigonfiamento cellulare è quindi indicata per il lavaggio delle superfici mucose come quella nasale.

 

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra – Psicoterapeuta- laureata in psicologia clinica

Registrati o Accedi

Lascia un commento