Lavarsi, vestirsi, mangiare: l’appredimento richiede tempo e attenzioni. Ai genitori il compito di incoraggiare, dividendosi tra novità da concedere e regole da ribadire.
Quando il bambino comincia a camminare assapora per la prima volta l’esperienza inebriante della libertà. Ed è in questa fase che i genitori devono aiutarlo a trovare un equilibrio tra concessioni e divieti, emancipazione e dipendenza. Compito non facile tenuto conto del fatto che da un punto di vista neurofisiologico il complesso processo delle competenze è completo a partire dai tre anni. Il bambino avverte una sua maggiore abilità anche se non ha la percezione cognitiva: deve essere quindi incoraggiato a fare, sempre stabilendo precise regole da rispettare. Avviare i bimbi all’autonomia vuol dire innanzitutto mettere in conto che non sono perfetti, e che bisogna dedicar loro del tempo. Sbaglieranno asciugamano, bagneranno per terra, si sporcheranno mangiando: è inevitabile che sia così, è giusto che sia così. Anzi, se è possibile papà e mamma dovrebbero rimediare alle “sviste” e riordinare gli ambienti quando il bimbo non vede, per evitare di mortificarlo evidenziando troppo i suoi limiti.
Lavarsi
Con il passaggio al vasino o al riduttore, il bimbo inizierà con mamma e papà a conoscere il bidet. Gli si può spiegare che se se non ci si lava il sederino brucia. Nel frattempo possiamo mostrare come fare, ricordando che è importante procedere sempre dalla parte anteriore alla posteriore e mai viceversa. Capitolo denti: all’inizio la cosa più importante è che gli adulti facciano da modelli, al piccolo verranno dati dentifrici dai gusti meno forti e spazzolini colorati che ricordano i personaggi dei suoi cartoni animati. È poi importante procurarsi un rialzo in modo che vostro figlio possa arrivare al lavandino e vedersi allo specchio. Fatelo giocare e familiarizzare con il nuovo strumento e non preoccupatevi che lo faccia bene fin dall’inizio. Aiutatelo a eseguire i movimenti più difficili come quella di passare lo spazzolino nell’interno della bocca. Spiegategli che le mani si lavano quando sono sporche e prima dei pasti. Il loro movimento sotto il rubinetto è in realtà facile da apprendere, e, se come già detto, partirete dal gioco potreste sorprendervi a scoprire figli che si lavano le mani spesso e spontaneamente solo per il gusto di farlo. Anche la faccia va inserita mattina e sera nel rituale della pulizia. Le prime volte accarezzate il viso del bambino con la vostra mano piena d’acqua: in questo modo l’azione del lavarsi guance e fronte diventerà una coccola. Suggerite al vostro bimbo di imitare la vostra gestualità e alla fine non dimenticate l’apprezzamento. Annusatelo, toccatelo e fategli notare come è bello e profumato. Ricordate che i piccoli dicono con gioia “faccio io”, atteggiamento da incoraggiare ma dopo i tre anni quando il sistema cognitivo è in grado di memorizzare e organizzare le azioni in ordine logico.
Vestirsi
Proprio in questa fase di apprendimento dell’autonomia è opportuno preparargli i vestitini la sera prima in modo che al mattino li trovi già pronti sulla sedia della sua cameretta. Importante fargli indossare completini facili da gestire: scarpe con il velcro, magliette con la zip evitando i bottoni e le stringhe. Fondamentale tener presente che ogni bambino ha i suoi tempi: c’è chi ha 5 anni e mezzo è perfettamente in grado di fare da solo e chi ha ancora bisogno di aiuto. Sono assolutamente da evitare i paragoni con gli altri bambini: possono mettere in crisi anziché stimolare a fare meglio.
Mangiare
Non esiste un’età ideale nella quale il bambino debba iniziare a mangiare da solo: come per le altre attività, tutto dipende dai suoi tempi e dai segnali che manda ai genitori, fra cui la capacità di collegare posate e piatti. Fondamentale abituarlo a stare seduto composto a tavola, cercando di non girare continuamente lo sguardo qua e là e di non fare le barchette con il tovagliolo di carta tra una portata e l’altra. Per aiutarlo, all’inizio gli si può dare, piatti e posate a misura di bimbo.
Maria Angela Masino
Ha collaborato:
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra – Psicoterapeuta- laureata in psicologia clinica