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Denti di troppo

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Si chiama iperdontia, la presenza di elementi in eccesso rispetto alla norma: ecco come si interviene


La definizione medica è: denti soprannumerari. Sono i denti in eccesso rispetto alla normale formula dentaria: 20 denti decidui, 32 denti permanenti. La condizione, nota anche come “iperdontia”, è più frequente nel sesso maschile (1-3%) e in dentizione permanente. I denti in sovrannumero possono essere singoli, doppi o, più raramente, multipli; nell’ultimo caso la condizione è associata spesso a sindromi genetiche complesse. Più frequenti nell’arcata superiore, o mascellare (nel 90% dei casi nella parte mediana anteriore), i sovrannumerari possono comparire anche nell’arcata mandibolare, o in entrambe. Ma sono stati descritti anche rari casi di eruzione nelle cavità nasali o nel seno mascellare (cavità dell’osso mascellare superiore). I denti sovrannumerari possono rimanere inclusi nell’osso, o erompere nel cavo orale, più o meno allineati con gli altri denti o in sede francamente anomala. Il più frequente è il cosiddetto “mesiodens”, che ha sede nella regione degli incisivi centrali superiori. Il “paramolare” compare in prossimità del secondo e terzo molare superiori. Il “postmolare” erompe dietro gli ultimi molari (viene detto anche “nono dente” o “quarto molare”). In base alla morfologia, i denti sovrannumerari vengono definiti “supplementari”, che sono denti ben formati nella corona e nella radice, non distinguibili dai denti della serie normale, e “rudimentali”, detti anche “denticoli” per l’aspetto conoide(67%), tubercolato (28%) o molariforme.

I denti sovrannumerari possono causare danni?
I denti sovrannumerari possono ostacolare l’eruzione dei denti della serie normale, o determinarne dislocazioni e rotazioni, con conseguenti malocclusioni anche molto severe; possono causare riassorbimenti delle radici dei denti contigui e possono degenerare, con la formazione di cisti, quando sono in inclusione ossea.

Perché si formano denti in eccesso?
L’origine dei denti sovrannumerari non è certa: l’ipotesi più probabile è l’iperattività della “lamina dentaria”, l’organo embrionale da cui si formano le gemme dei denti, dovuta ad una predisposizione genetica e scatenata da diversi fattori, ambientali, infettivi, endocrini, in un determinato momento dello sviluppo. A favore della ipotesi della predisposizione genetica è l’osservazione dell’iperdontia in più membri della stessa famiglia. Si pensa anche che il dente in sovrannumero potrebbe derivare dalla divisione della gemma di un dente della serie normale.

Come
si fa la diagnosi? I genitori potranno contare dei denti in più o notare la presenza di elementi in posizione anomala al di sopra di altri denti o nel palato. L’odontoiatra distinguerà l’iperdontia “vera”, cioè la presenza di denti in eccesso, dalla iperdontia “apparente”, cioè la permanenza in arcata di denti di latte dopo la comparsa dei corrispondenti denti permanenti. La diagnosi che emerge dalla visita odontoiatrica deve essere confermata dagli esami radiografici: la radiografia panoramica delle arcate dentarie visualizza la presenza dei denti non erotti; la posizione degli stessi ed i rapporti con i denti e le strutture ossee contigue richiede l’esecuzione di radiografie occlusali e periapicali (che guardano i denti dal piano masticatorio e all’altezza dell’apice delle radici, rispettivamente); in alcuni casi, soprattutto se destinati all’intervento chirurgico, sarà necessario effettuare un esame TC Dentascan.
Spesso, nei casi di sovrannumerari inclusi e asintomatici, quindi senza evidenza clinica, la diagnosi si fa casualmente durante l’esame di radiografie eseguite per il check-up ortodontico. Non è rara la “comparsa” di sovrannumerari in ritardo rispetto ai tempi della dentizione permanente, tanto da aver suggerito l’espressione “terza dentizione”. Questo, insieme alla mineralizzazione tardiva delle gemme in sovrannumero, rende ragione del fatto che i sovrannumerari possano non essere visibili nei radiogrammi eseguiti precocemente (i denti non sono evidenti alle radiografie finché non sono ben mineralizzati; le gemme appaiono solo come ombre). Il fenomeno potrebbe spiegarsi così: normalmente la “lamina dentaria” degenera dopo aver iniziato la formazione della gemma dentaria; probabilmente, nei casi di comparsa tardiva di denti in eccesso, permangono dei residui della lamina che, stimolati da diversi fattori, danno inizio ad una nuova gemma.

Come si interviene?
Il tipo di terapia dipenderà dalla sede, dalla posizione e dal numero dei sovrannumerari, dal rapporto con i denti contigui, dall’età del bambino. L’estrazione degli elementi in sovrannumero richiede particolare cautela per preservare le radici dei denti adiacenti e viene eseguita mediante un intervento di chirurgia odontostomatologica se i denti sono inclusi. La terapia ortodontica, quando necessaria per la correzione di malocclusioni, si associa alla terapia chirurgica. L’estrazione precoce dei sovrannumerari riduce il rischio di interferenza con l’eruzione fisiologica degli elementi dentari della serie normale e quello di deformazione dei processi alveolari (le parti osse che danno alloggio ai denti). Se si decide di non estrarre i denti sovrannumerari inclusi, o di rimandare l’intervento a quando il bambino sarà più grande, si controllerà periodicamente, mediante radiografie, che non insorgano complicanze.

Dott.ssa Antonella Dell’Aquila
Specialista in Odontostomatologia e Ortognatodonzia

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