Il disturbo bipolare, noto anche come depressione maniacale, è una malattia della psiche che coinvolge stati di coscienza alternati, quindi: sbalzi d’umore. La fase maniacale comporta un’attività cerebrale accelerata, una maggiore energia, comportamenti eccessivi e stati d’animo euforici fino alla disforia. La successiva fase depressiva coinvolge umore ed energia decisamente sotto tono fino ad arrivare a idee di suicidio visto come l’unica alternativa al malessere profondo. Un’immagina grafica fa comprendere meglio la rappresentazione delle fasi altalenanti:
Circa l’1% della popolazione umana sperimenta una depressione maniacale conclamata, con un ulteriore 5% circa della popolazione umana che sperimenta l’intensità dei sintomi in forma più lieve. Attualmente non ci sono protocolli di trattamento che siano ampiamente accettati come efficaci nel gestire i sintomi della depressione maniacale.
Le persone che soffrono di depressione maniacale, meglio conosciuto come bipolarismo, hanno statisticamente maggiori probabilità di avere capacità creative, sensibilità emotiva, intelligenza analitica, alta motivazione e sessualità appassionata. Sapere che alcune personalità note nel mondo della musica, delle arti pittoriche, delle arti drammatiche e narrative oltre che di strategie politiche, fanno decisamente meglio comprendere questo concetto:
Chi non ha avuto modo di apprezzare la musica o le immagini prodotte dai personaggi elencati? Ciò che possiamo dedurre è che la creatività è stata decisamente intensa nelle fasi maniacali a beneficio del disagio psichico purtroppo non riconosciuto nelle fasi di depressione profonda.
Tra tutti i disturbi della sfera psichica la depressione maniacale riconosce un fattore genetico con una concordanza fino al 90% tra famigliari diretti. Le prime avvisaglie del disturbo possono comparire con l’adolescenza in forma debole per diventare conclamata nella tarda adolescenza.
Sembrerebbe che ad essere alterati sono alcuni neuromodulatori, sostanze prodotte dall’organismo come la serotonina o la norepinefrina. per questo motivo i farmaci sono necessari in entrambe le fasi, ovvero nella fase depressiva bisogna ricorrere agli antidepressivi e nella fase manicale ai sedativi maggiori. Sfortunatamente, i pazienti in fase maniacale vivono uno stato di benessere alterato e per questo motivo rifiutano di assumere i farmaci sedativi facendo peggiorare i sintomi delle fasi successive. La ricerca farmacologica oggi ci ha messo a disposizione dei rimedi, definiti stabilizzatori del tono dell’umore: Sali di litio e anticomiziali, con l’effetto di non far raggiungere i livelli più alti del disagio. Utile è l’intervento della psicoterapia cognitivo-comportamentale – CBT – finalizzata a intercettare le fasi iniziali degli stati umorali, ovvero insegnare a riconoscere la variabilità umorale così da intervenire con i farmaci adeguati prima ancora che gli umori si modificano. È questa la strategia per mantenere lo stato di equilibrio intercritico tra le due fasi più a lungo possibile. Da ultimo un piccolo aiuto a contenere le fasi altalenanti può arrivare anche dall’alimentazione.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta CBT, laureata in psicologia clinica
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