Quando si parla di disturbo della sfera intima non è mai facile parlarne per una ragazza e per qualsiasi donna con il proprio medico, per un misto di vergogna e di immotivato senso di colpa. Oltre alla vulvodinia, è diffuso anche il vaginismo, entrambe probabilmente di natura psicogena, ma del quale è altrettanto complesso parlare. Poiché entrambi i disturbi sono in aumento è importante parlarne con una ginecologa il confort è sicuramente maggiore
La vulvodinia si manifesta con dolore, bruciore, irritazione all’ingresso della vagina e nei casi più seri coinvolge anche l’ano e il perineo. La donna che ne soffre prova un fastidio quasi cronico, ed ovviamente si accentua durante i rapporti sessuali, o anche semplicemente quando si indossano indumenti attillati. Le cause sono ancora poco note. Possono essere coinvolte infezioni batteriche e virali della sfera genitale, dovute per esempio a Candida albicans. Non si esclude che alcune attività, come la cyclette o l’equitazione, possano costituire una fonte di irritazione ulteriore, creando così una condizione cronica con iperproduzione di cellule del sistema immunitario. Anche le terminazioni nervose che circondano i genitali esterni risultano perennemente irritati e quindi reattivi.
Per mettere a punto un piano di cure adeguate, è necessaria una diagnosi approfondita ed è bene chiarirlo, va per esclusione e quindi possono essere spesso necessari mesi o anni prima che si giunga a una conclusione. Si devono prima escludere tutte le condizioni fisiche di infezione genitale e infiammazioni, le dermatiti, un herpes ed infine le condizioni psicologiche. Una volta accertato che si tratta proprio di vulvodinia, le cure sono di vario tipo.
Il vaginismo sembra avere manifestazioni simili alla vulvodinia. Consiste in una contrazione involontaria dei muscoli che circondano la vagina e che, invece di rilassarsi, al momento della penetrazione, nel rapporto sessuale, si bloccano, ostacolando l’ingresso del pene. Non sono presenti motivazioni fisiche a giustificare questa manifestazione. Per questo, secondo gli esperti, il vaginismo ha un’origine esclusivamente psicogena. Con altissima probabilità il tutto è provocato dal rifiuto psicologico della penetrazione, dovuto a vari fattori: dai traumi ad una educazione sessuale repressiva. Il vaginismo va curato per avere un buon rapporto di coppia e una soddisfacente vita sessuale. In questo disturbo l’intervento di uno psicoterapeuta specializzato in sessuologia è necessario. Sotto la guida dell’esperto si può iniziare, eventualmente in coppia, una psicoterapia per individuare le cause e risolvere il disturbo. In genere, la terapia può riuscire a risolvere il problema nel giro di quattro – sei mesi.
Sahalima Giovannini
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