Un vero e proprio boom di malattie dermatologiche infantili, raddoppiate nelle ultime tre decadi e addirittura triplicate nelle zone più industrializzate. L’allarme sulla salute della pelle dei più piccoli arriva dagli esperti della Federazione Italiana Medici Pediatri, riunitisi nei giorni scorsi a Montecarlo per il convegno internazionale: “L’eccellenza incontra l’eccellenza”. Un convegno nato ad hoc, dopo la constatazione da parte degli esperti di salute infantile che i disturbi della pelle e la dermatite atopica in particolare sono sempre più diffusi. La dermatite è di origine congenita e genetica: se ne soffre un solo genitore il figlio ha il 60% di probabilità di soffrirne a sua volta, il valore sale all’80% se entrambi i genitori mostrano i sintomi. Secondo gli esperti, però, la dermatite può svilupparsi per sensibilità a vari fattori, come l’alimentazione o l’assunzione di farmaci. Per l’Organizzazione Mondiale della sanità, l’imputato numero uno è l’inquinamento: in Europa circa un terzo delle malattie infantili dalla nascita a 18 anni sarebbe attribuibile all’ambiente insalubre o insicuro, che favorirebbe l’insorgenza di una basa allergica, responsabile a sua volta delle manifestazione atopiche.
Un disturbo sempre più diffuso
Detta anche eczema atopico o costituzionale, la dermatite atopica è una malattia della pelle in continua crescita: ne soffre circa il 15 per cento dei piccoli tra uno e sette anni di età e nel 60 per cento dei casi si manifesta entro i primi due anni di vita. A volte scompare spontaneamente. Se però è particolarmente estesa, se è comparsa precocemente ed è accompagnata da altri casi di dermatite atopica nell’ambito famigliare, può permanere anche in età adulta. I bambini soggetti a dermatite atopica sono più predisposti a sviluppare allergie di tipo respiratorio. La dermatite atopica si distingue in forma acuta e forma cronica in base al tipo di eruzione cutanea che compare. Nel tipo acuto, più frequente nell’infanzia, compaiono chiazze arrossate, che a volte desquamano, accompagnate spesso da gonfiore locale e piccole vesciche; nel tipo cronico la pelle diventa spessa e presenta lesioni dovute al continuo grattarsi da parte del bambino. Soprattutto nella zona delle mani compaiono fissurazioni, cioè spaccature della pelle anche dolorose.
La diagnosi è semplice, meno la cura
Per diagnosticare la presenza di eczema atopico occorre una visita dal pediatra. Al medico è sufficiente la visita con l’esame obiettivo della pelle e un’indagine sulla storia clinica del bambino, per scoprire se ci sono problemi di dermatite negli altri componenti della famiglia. Per una conferma definitiva del problema può però essere necessario sottoporsi a una visita dermatologica o allergologia, oltre che eseguire esami specifici come i test cutanei, che prevedono di mettere in contatto la pelle con vari allergeni e vedere la reazione cutanea che si verifica. Anche certi esami del sangue sono utili per individuare la presenza di anticorpi specifici diretti contro certe sostanze. Per affrontare la dermatite atopica si possono seguire tre vie in associazione l’una all’altra: la cura con i farmaci, la detersione della pelle con prodotti idonei e la riduzione dell’esposizione agli allergeni responsabili. È importante che i genitori sottopongano il bambino a visite frequenti dallo specialista, ogni 2-8 settimane circa, per modificare di volta in volta la cura a seconda di come reagisce la pelle, passando eventualmente a prodotti più blandi. Ai farmaci classici, pomate cortisoniche con effetto antinfiammatorio e antistaminici per ridurre il prurito, si associano oggi gli immunomodulatori, farmaci capaci di agire sul sistema immunitario, riducendone l’attività. Inoltre oggi si usano i derivati della ascomicina come tacrolimus e pimecrolimus, farmaci di recenti introduzione che riducono la secchezza e il prurito senza alcun effetto collaterale da usare solo ed esclusivamente come ultima scelta. Si trovano in forma di pomata da applicare localmente e devono essere utilizzati solo sotto stretto controllo dello specialista e nei bambini superiori ai 24 mesi perché le lesioni iniziali della dermatite atopica potrebbero essere scambiate per lesioni da linfoma cutaneo.
Alleviare il disturbo con l’igiene
La corretta detersione è però il modo più semplice per tenere sotto controllo il disturbo. I bambini soggetti a eczema atopico devono evitare bagni lunghi che seccano ulteriormente la pelle. È preferibile una doccia rapida e tiepida. I genitori non devono utilizzare detergenti qualsiasi, a pH troppo basso oppure molto schiumosi, perché questi prodotti attaccano il film idrolipidico e rendono la pelle ancora più secca, aumentando il prurito. Sono preferibili detergenti oleosi, privi di profumazione, che possono essere di volta in volta suggeriti dal dermatologo. È anche importante applicare creme emollienti, a base per esempio di acqua termale, con l’effetto di ridurre la secchezza della pelle. In questo modo è anche risparmiare sul cortisone, benché molto utile, se applicato in quantità eccessive rende la pelle molto sottile. L’abbigliamento ha la sua importanza: è meglio evitare di porre a contatto della pelle lana o tessuti sintetici, hanno un effetto irritante. Sono più adatti i tessuti delicati come il cotone, il lino, la seta e la viscosa.
Giorgia Andtetti
Consulenza della dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it