I francesi si stanno ponendo il problema a proposito degli effetti collaterali negativi derivanti dall’eccessivo utilizzo del social network degli adolescenti. A dire il vero, più volte noi di Guidagenitori.it abbiamo scritto di questo grave problema. Gli effetti negativi possono riguardare sia gli utilizzatori dei social visti come incalliti voyeuristi, ovvero l’osservare ciò che fanno gli altri diventa l’attività prioritaria della giornata e l’essere una vittima del Fear Of Missing Out – FOMO.
L’età minima per utilizzare i social in Francia sarà di 15 anni, è questo che i nostri cugini oltralpe stanno valutando, soprattutto come inserire il blocco ai minori. L’unica deroga a questo principio è che entrambi i genitori rilascino il consenso. Il fine di questa proposta non è censurare la comunicazione ma è quella di proteggere gli adolescenti dagli effetti negativi che i social hanno nel loro DNA costituzionale, ovvero dare spazio alla dipendenza dell’utilizzo, dall’emulazione dell’aggressività, all’emulazioni di atti non sempre consoni all’età. Forse vale la pena ricordare il fenomeno Blue Whale Game, abbiamo iniziato a vederlo nel 2017 nel nostro paese. In pratica i ragazzini che rispondevano a un particolare profilo psicologico su alcuni social, erano adescati da un fantomatico mentore, definito anche curatore, obbligando le potenziali vittime a eseguire quotidianamente delle azioni disturbanti la loro mente fino ad arrivare, al tempo prestabilito a mettere fine alla vita.
Non tutti gli adolescenti completano lo sviluppo neuro cognitivo tra i dodici e i tredici anni, alcuni lo completano addirittura più tardi verso i 16 anni. Per questo motivo i genitori non dovrebbero mai abbassare la guardia, neppure davanti alla certezza del senso di responsabilità dei propri figli. Come non ricordare la ragazzina che si è tolta la vita per una sfida su TikTok?
La titolare dell’Autorità garante per l’infanzia e adolescenza in Italia, si sta occupando della proposta di legge francese ed a questo proposito ha dichiarato: “Un’idea che va nella giusta direzione, speriamo che il legislatore e il governo italiano trovino lo stesso spirito di iniziativa, ma riteniamo sia più giusto alzare la soglia ai 16 anni.” La stessa titolare ha aggiunto che sarà oggetto di discussione in un tavolo di lavoro tra Ministero della Giustizia, Agcom e Garante della privacy.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra, psicoterapeuta CBT, laureata in psicologia clinica
Consulente Tecnico in Psichiatria per Tribunale Penale di Roma
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