A Vicenza, un bimbo di soli tre mesi è stato ricoverato in ospedale con una grave forma di encefalite. I medici hanno effettuato molti esami prima di arrivare alla conclusione: il piccolo con ogni probabilità ha contratto una forma di meningo-encefalite, complicanza di una infezione da Salmonella. Il piccolo potrebbe avere contratto la salmonellosi dalle tartarughine d’acqua, ospiti della casa. Probabilmente la persona che si occupa del bambino deve aver manipolato le bestiole, probabilmente per aver pulito la vaschetta e quindi non ha adeguatamente lavato le mani. I germi di Salmonella sono così arrivati a contatto con la bocca del piccolo, che ingerendolo ha sviluppato la malattia. Il piccolo per fortuna ha seguito una cura a base di antibiotici e adesso sta bene.
I rettili come iguana, tartarughe, serpenti in generale possono trasmettere la salmonellosi, di cui sono molto spesso portatori sani. La salmonellosi può dare sintomi di gravità variabile, da infezioni inapparenti a grave diarrea con disidratazione, crampi, febbre alta e perfino morte. Nei casi più lievi il sintomo può essere un problema intestinale passeggero, che si risolve spontaneamente in 24 or, spesso non viene neppure riconosciuto come salmonellosi. Particolarmente soggetti a contrarla sono i bambini piccoli. I sintomi compaiono tra le 6 e le 72 ore dall’ingestione della sostanza contenente i germi e continuano per 4-7 giorni. A volte l’infezione può aggravarsi al punto tale da dover ricoverare la persona in ospedale. Infatti possono verificarsi complicanze come batteriemie e infezioni a carico delle ossa o delle meningi. Oltre che dai piccoli animali domestici la salmonellosi si trasmette anche dai cibi non cotti oppure cotti e poi raffreddati, oltre che dall’acqua contaminata.
Nel nostro paese è difficile contrarre la salmonellosi attraverso l’acqua, il nostro sistema idrico è sicuro. Si può però contrarre l’infezione da salmonella da alcuni alimenti e, soprattutto, dai piccoli animali perché spesso non si ignora che siano fonte di infezione. Quindi se la casa ospita tartarughe, rettili, pesci rossi e si hanno bambini piccoli, le precauzioni vanno moltiplicate per mille. Infatti, è abbastanza frequente toccare l’acqua che può contenere residui di feci, oppure la sabbia del terrario e contaminarsi con le feci dell’animale, che possono depositarsi sotto le unghie. Se poi si gioca con il bimbo, lo si cambia, gli si prepara la pappa o il biberon senza una accurata pulizia, i germi possono arrivare al cavo orale del bambino. È quindi essenziale nutrire gli animali, pulire il loro habitat e manipolarli solo con dei guanti usa e getta. Terminate le operazioni di pulizia degli animali è essenziale lavare con cura le mani con acqua calda e sapone, insistendo in particolare sotto le unghie. Per essere ancora più sicuri potrebbe essere utile anche disinfettarsi la pelle. Anche i bambini non dovrebbero toccare questi tipi di bestiole, soprattutto se sono bambini molto piccoli e quindi a rischio di contrarre pericolose infezioni.
Lina Rossi