Non è raro che accada, soprattutto alle superiori: pochi giorni o poche settimane in classe e nostro figlio annuncia di voler cambiare scuola. Sostiene che è troppo difficile, che i professori non gli piacciono, che le materie non sono interessanti come credeva. Il ragazzo o la ragazzina stanno insomma attraversando un momento difficile, ma anche i genitori non se la passano bene: non sanno come comportarsi nei confronti del figlio, se acconsentire alla sua richiesta oppure obbligarlo a continuare a frequentare la scuola prescelta. Anche in questo caso, la strada giusta è chiedersi perché nostro figlio sia arrivato a questo punto.
Arrendersi alle prime difficoltà
Assecondare subito il desiderio di lasciare la scuola è un errore, per diversi motivi. In primo luogo, non è educativo permettere a un ragazzo di arrendersi alle prime difficoltà, che possono essere troppe ore di studio, professori più esigenti o compagni meno simpatici di come si vorrebbe. La scuola infatti è un’anticipazione delle esperienze di vita e nella vita non sarà sempre possibile fuggire davanti a difficoltà, problemi e responsabilità. Soprattutto, non ci saranno sempre i genitori a parare i colpi, a giustificare un comportamento sbagliato, a proporre un’alternativa. Di conseguenza, sarebbe importante capire quali sono le motivazioni che spingono un giovane a rifiutare la scuola. Le ore di studio sono eccessive, certo, perché adesso si è alle superiori, non più alle medie ed è normale avvertire lo stacco in termini di qualità e di quantità di studio. Molti ragazzi, anche quelli che non avevano mai avuto problemi, possono rifiutare l’idea di tre o quattro ore di studio pomeridiane, proprio perché non erano abituati e si aspettano quindi che mamma e papà li assecondino, ripiegando su una scelta più semplice.
Capire se si è davvero portati a quella scuola
Non è detto che scegliere un altro istituto sia sbagliato, a patto che sia stato effettuato un test psico-attitudinale presso uno psicologo esperto, anche suggerito dalla scuola. Se si riscontra che la scelta effettuata è davvero sbagliata, può essere opportuno cambiare scuola. Se, invece, nostro figlio risulta predisposto per l’indirizzo prescelto, cambiare scuola sarebbe un vero peccato perché sarebbe uno spreco di opportunità per la costruzione del proprio futuro. Non solo: arrendersi a compagni poco simpatici, a insegnanti severi, a qualche ora di studio in più non è certo un modo per costruirsi un background di fiducia in se stessi, perché in futuro si sarà portati a gettare la spugna e a rinunciare senza stringere i denti e arrivare mai a nulla di definitivo. Se nostro figlio ha questa tendenza, comunque, è bene fare un esame di coscienza, chiedendoci se fin da quando era piccolo non gli abbiamo sempre concesso tutto quello che ci ha chiesto, senza fissare regole e soprattutto senza essere in grado di dirgli mai uno di quei – no – così importanti per la crescita.
Lina Rossi