I bambini non sono auto referenziati per natura, alla nascita hanno delle predisposizioni genetiche che possono o no determinare il loro sviluppo caratteriale. L’educazione comportamentale si inserisce tra le maglie della genetica plasmando il carattere, quindi, per crescere bene ed essere ben integrati nella società è di fondamentale importanza l’insegnamento delle regole di vita. Non esistono bambini buoni o meno buoni, esistono invece bambini cui sono state insegnate le regole di convivenza e bambini cui non sono state insegnate. Esistono genitori competenti perché a loro volta in quel modo sono stati educati e genitori che si informano per migliorare se stessi. Un fatto è che le regole del buon vivere vanno insegnate quotidianamente con l’esempio e l’utilizzo di strategie educative fin dai primi mesi di vita dei bambini. L’esempio positivo è la miglior didattica comportamentale per promuovere il buon carattere.
La coerenza è necessaria per crescere bene i figli
La prima regola da adottare sempre è la coerenza tra quello che a parole è detto e i comportamenti che si mettono in atto, se ad esempio si dice un no, quello deve essere e non dietro insistenze tramutarlo in un si. Oppure quando si rimprovera per qualcosa di sbagliato, è necessario mantenere il punto e la fermezza per alcuni minuti. La flessibilità è ammessa ma solo con i ragazzini più grandi. La seconda regola è: dettare le regole comportamentali. Le regole sono necessarie per far capire che si può sbagliare e che agli errori commessi seguono le conseguenze. Ovviamente le regole devono essere ragionevoli e soprattutto è necessario accertarsi che siano state ben comprese. Ad esempio, se la regola della casa dice che i bambini devono lavarsi le mani prima di cena è necessario assicurarsi che sia fatto ogni singola volta. Le regole funzionano solo se applicate sempre.
Assicurarsi di essere stati compresi
Le regole vanno inserite una alla volta e quando si stabiliscono, bisogna essere ben chiari, il bambino va guardato negli occhi e la voce deve essere ferma e autorevole. Dopo aver dato l’istruzione, ad esempio non si deve giocare con il cibo, va detto chiaramente che ci saranno delle conseguenze sbaglia e se continua a farlo. Ovviamente il bambino ancora per un paio di volte lo farà, se non altro per mettere alla prova mamma e papà. Si dovrà dire, sempre con tono serio, che la prossima volta sarà messo in un angolo seduto su una seggiola senza parlare per due minuti. Questo tempo va aumentato di un minuto ogni anno del bambino. In questo tempo non va data attenzione al piccolo, è la parte più importante della penalità e soprattutto, non fare le scuse al bambino alla fine. I bambini devono comprendere che a una azione non ammessa segue una penalità.
Premi per crescere bene e non punizioni
Le punizioni corporali è bene evitarle, non fanno altro che creare problemi senza aggiungere nulla all’educazione, anzi, rappresentano il germe per lo sviluppo di un comportamento aggressivo proiettato nel futuro. Le uniche punizioni che funzionano senza creare disagio sono il non prestare attenzione, per un bambino sentirsi ignorato anche solo per cinque minuti, è la vera punizione. Vanno invece privilegiati i rinforzi positivi quando il bambino fa qualcosa di buono gli va detto con grande enfasi di quanto si è orgogliosi di loro per essere così bravi. Ai bambini piace sentirsi apprezzati e lodati, per questo saranno stimolati a fare sempre meglio per avere l’attenzione di mamma e papà oggi e della società domani.
Rosalba Trabalzini