Dall’handicap alle abilità diverse

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Dall’handicap alle abilità diverse

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Davanti alle difficoltà di un coetaneo i figli ci spiazzano a volte con domande dirette e sincere. In libreria due testi che insegnano a trovare le parole giuste per spiegare senza escludere.

Il limite, l’handicap, la diversità. Sono concetti vecchi, escludenti, da superare. Ma proprio in questo susseguirsi negativo e profondo suscitano ancora in molti adulti un sentimento di disagio, qualche diffidenza, troppe curiosità. Ogni volta che si incontra una persona con disabilità motorie che la costringono sulla sedia a rotelle, oppure un disturbo del linguaggio come la balbuzie, o ancora si assista a una crisi epilettica, ci si sente in difficoltà, non sappiamo come reagire. A metterci ancora più in difficoltà sono a volte le domande dirette e sincere dei nostri figli: domande alle quali a volte ci sembra difficile rispondere. Con l’obiettivo di sensibilizzare gli adulti di domani e dare ai bambini di oggi più elementi di comprensione per affrontare eventuali relazioni con coetanei diversamente abili, abbiamo selezionato due libri destinati a genitori (ma anche ad educatori e insegnanti) da leggere però rigorosamente con i propri ragazzi.

Partiamo con Che cos’ha? Handicap e abilità diverse ( Zoolibri, Collana: Società contemporanea, pp.50, € 11,00) testi di Vanessa Rubio con un racconto di Patrice Favaro e le illustrazioni di Natali Fortier, realizzato con la collaborazione dell’associazione Accaparlante che dal 2004 gestisce un centro di documentazione sui temi dell’handicap, del disagio sociale, del volontariato e del terzo settore. In questa piccola guida si trovano delle schede molto ben scritte per comprendere alcune delle domande tipiche che i bambini fanno di fronte a compagni diversamente abili. “Perché Gemma non cammina? Perché Luca ha gli occhi a mandorla e perché Marta usa quel libro strano, con tanti buchini al posto delle lettere?”. Domande che spesso ci è capitato di sentirci fare, in un modo o nell’altro. Le schede di questo libro affrontano concetti importanti, per esempio il fatto di evitare la parola ‘portatore di handicap’, come ripetono spesso le associazioni di diversamente abili. “A volte l’handicap di una persona che si trova a vivere con un deficit sta soprattutto nella mancanza di attenzioni da parte della società – si legge nel testo -, perché una persona che si muove in carrozzina potrebbe non essere ‘handicappata’ se al mondo fossero eliminate tutte le barriere architettoniche”.

Il secondo testo che ci sentiamo di segnalare è Siamo speciali. Storie per aiutare i bambini a capire alcune diversità (Centro Studi Erickson, collana: Capire con il cuore; pp.127, illustrato, € 15,00) di Paola Viezzer, educatrice psicomotricista in un centro di riabilitazione di Milan, disegni e illustrazioni di Lucia Signoracci. È una raccolta di storie per affrontare insieme ai bambini i temi della diversità, della disabilità e della malattia. Storie che aiutano gli adulti a spiegare ai più piccoli perché il loro fratellino o il loro amico ha un aspetto particolare, si comporta in un modo strano, non mangia quello che mangiano gli altri o a volte si sente male. Lo scopo non è quello di fornire spiegazioni in chiave medica sulle varie condizioni trattate, ma semplicemente dare un supporto a chi non riesce a trovare parole semplici per parlare con un bambino – e rispondere alle sue domande – riguardo a disturbi che vengono socialmente riconosciute come “differenze”. Così che il coniglietto Tito e le sue parole salterine aiuteranno i bambini a capire la balbuzie, mentre a spiegare la celiachia c’è la Lumaca Dadà e Sauro rassicurerà i suoi amici a non spaventarsi quando ha una crisi epilettica. Altri racconti affrontano la sindrome di Down, l’iperattività e l’enuresi. Le storie potranno essere lette come favola della buona notte, in un momento di rapporto intimo adulto-bambino, ma anche in classe o nel gruppo di lavoro: in questo caso, consiglia l’autrice, si potrà incoraggiare i bambini, una volta terminata la lettura, a raccontarsi, a esporre le proprie sensazioni ed esperienze con un disegno, con una frase o cercando a propria volta di inventare un racconto.

In Rete
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Marina Zenobio

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