E’ il segnale inequivocabile di una infiammazione a livello bronchiale, ma non sempre si tratta di asma
Il “wheezing” chiamato tecnicamente “sibilo” è quel rumore caratteristico che viene prodotto durante la respirazione in alcune forme patologiche a carico dell’albero bronchiale. La presenza dello wheezing non autorizza, dunque, a porre una diagnosi certa di disturbo d’asma nel bambino. La presenza del sibilo conferma una sola ipotesi di partenza ovvero la presenza di una infiammazione a livello bronchiale. E’ indispensabile a questo punto, differenziare i vari tipi infiammazione dell’albero bronchiale così da poter predisporre la terapia specifica. Si avrà quindi la seguente classificazione:
Bronchite asmatiforme
Una sintomatologia asmatiforme caratterizzata in particolare da respiro sibilante ricorrente può verificarsi in bambini non allergici che tuttavia presentano alla nascita un ridotto calibro delle vie aeree ed altri fattori di rischio come l’esposizione al fumo passivo soprattutto in epoca fetale, l’essere nato prematuro e la presenza di fratelli. In questi bambini le infezioni virali, quali i virus influenzali e parainfluenzali ma anche il semplice raffreddore, sono in grado di scatenare respiro sibilante ed altri sintomi respiratori.
Asma
Il termine asma è usato per definire crisi respiratorie caratterizzate da “fame d’aria” (dispnea), tosse secca e stizzosa e respiro sibilante, che si ripetono spesso e che sono dovute alla compresenza di spasmi muscolari, edema delle mucose ed ipersecrezione di muco. Questi eventi creano difficoltà nel passaggio dell’aria nei bronchioli. La condizione respiratoria critica non è associata a febbre ed è più comune nei bambini più grandi che non nei lattanti. Gli attacchi di asma possono arrivare all’improvviso spaventando sia la mamma che il bambino.
Il fattore scatenante più comune di una crisi di asma è l’infezione delle alte vie respiratorie. Ma anche alcune sostanze irritanti come i farmaci, i cibi, il fumo di una sigaretta o l’aria fredda, i pollini o altri allergeni ambientali, nonché lo sforzo fisico od un odore particolare, possono essere all’origine della crisi.
Studi recentissimi hanno individuato nello stress una delle cause stimolanti l’attacco di asma. Si è scoperto infatti che a livello cerebrale sono due i siti responsabili dell’attivazione e del mantenimento dell’infiammazione bronchiale, il cingolo anteriore e l’insula (le aree cerebrali individuate). Siti coinvolti anche nelle reazioni emotive.
I bambini nati in famiglie asmatiche o con ereditarietà per la febbre da fieno o ancora per forme allergiche sono i candidati più vicini a sviluppare l’asma.
La terapia
Tutte e tre le forme patologiche che annoverano tra i sintomi il respiro sibilante hanno all’origine una infiammazione bronchiale in cui i leucotrieni hanno un ruolo fondamentale. Pertanto, l’uso di farmaci che intervengono sull’infiammazione bronchiale con un’azione specifica sui lecocotrieni (quale il montelukast) risultano particolarmente efficaci in tutte e tre le forme di respiro sibilante in particolare nelle forme di bronchiti asmatiformi di origine virale in cui i corticosteroidi pur avendo un’utilità nella fase acuta non si sono dimostrati efficaci come terapia preventiva. Poiché queste forme di respiro sibilante sono sostenute da una infiammazione sottostante è importante adottare una terapia antinfiammatoria preventiva per alcuni mesi durante la stagione delle infezioni virali o della massima esposizione ai fattori scatenanti nel caso di asma allergica al fine di ridurre la frequenza e l’intensità dei sintomi e prevenire le riacutizzazioni. E’ stato dimostrato che la qualità della vita dei bambini affetti da respiro sibilante è compromessa proprio a causa della difficoltà respiratoria, è chiaro che alleviare il disagio della respirazione migliora in modo indiscutibile le performance dei piccoli pazienti. Nel caso di asma allergica numerosi mediatori sono coinvolti nell’infiammazione. Anche in questo caso oltre alla cura dell’attacco acuto è importante una strategia teraputica volta a prevenire nuovi attacchi.
Nell’attacco acuto vanno usati farmaci cortisonici e broncodilatatori per via aerosolica associati, eventualmente a cortisonici per bocca o per iniezione.
La prevenzione consiste, oltre che nell’adozione di misure di prevenzione ambientale come la rimozione degli allergeni (polvere, cibi), nell’attivazione della respirazione nasale. E’ importante, infatti, avere libero il nasino e attivare una terapia terapia antinfiammatoria che preveda insieme sia i corticosteroidi per via inalatoria che degli antileucotrienici. Solo questi ultimi sono in grado di bloccare i leucotrieni, potenti mediatori dell’infiammazione, azione che non può essere svolta soltanto dai corticosteroidi inalatori. Talvolta l’immunoterapia specifica (vaccino) risolve il problema, specie se si è risultati positivi un solo allergene.
Prof. Luigi Tarani