Tempo di crisi: controlli medici, svezzamento e vaccinazioni a rischio

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Tempo di crisi: controlli medici, svezzamento e vaccinazioni a rischio

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Finchè si trattava di rinunciare alla felpa costosa, a scegliere una località di vacanza più abbordabile, a rinunciare a una serata in pizzeria, poteva anche passare: ma la crisi economica, a quanto pare, sta toccando anche un punto estremamente delicato: la salute dei bambini. E quello che emerge è assai poco confortante: il 54% delle famiglie limita i controlli diagnostici e specialistici per i bambini e il 60% anticipa lo svezzamento. anche le vaccinazioni sono a rischio.

A rischio anche i vaccini
Questo dati fanno riflettere e preoccupare, emergono da due indagini parallele, condotte su 600 pediatri di famiglia e 1000 genitori di tutta Italia, presentate a metà luglio 2013 a Milano in occasione della giornata di presentazione di Paidòss, il nuovo Osservatorio Nazionale link a www.paidoss.it sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza, nato da una iniziativa di Giuseppe Mele, presidente uscente FIMP. L’80% dei genitori di bambini fra zero e 14 anni – 8,3 milioni secondo l’Istat – ammette di avere difficoltà economiche a garantire cure sanitarie e assistenziali adeguate ai propri figli, limitandole allo stretto necessario anche per ciò che riguarda quelle primarie. Secondo i pediatri, il 54% delle famiglie ha tagliato le spese per controlli diagnostici e specialistici, il 60% anticipa lo svezzamento per risparmiare. Infatti il latte artificiale nel 55% dei casi è scelto dalle famiglie solo in base al prezzo e non più seguendo solo il consiglio del pediatra, mentre poco più del 35% non può dare adeguato spazio al baby food, cibi espressamente studiati e prodotti per bambini. E si teme anche che, con la crisi, si verifichi anche una riduzione dei servizi di assistenza per i bimbi con malattie croniche e una diminuzione degli accessi ambulatoriali e delle visite specialistiche necessarie.

Mancano i servizi dedicati ai minori
Anche la prevenzione nel suo complesso registra un preoccupante arresto; l’accesso ai servizi socio-sanitari si sta riducendo anche e soprattutto per i minori affetti da malattie croniche, per i disabili, per gli adolescenti con dipendenze e per tutti i 720 mila minori che in Italia vivono in povertà assoluta. Si potrà verificare una riduzione nei servizi di assistenza per le malattie croniche – 19% e nella possibilità di accedere a visite specialistiche non erogate dal sistema sanitario nazionale – 16% o ad ambulatori soggetti al pagamento di ticket – 15%. Il problema, però, non si arresta al singolo nucleo familiare ma sta assumendo una dimensione sociale: i pediatri temono infatti un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie in età pediatrica nel 10% dei casi, una diminuzione delle vaccinazioni e un taglio delle forniture di farmaci e alimenti dedicati soprattutto alle malattie rare, ma anche ripercussioni sull’assunzione crescente di scorrette abitudini alimentari, sull’incremento delle malattie infettive – 7% e lo sviluppo di disturbi comportamentali e psichiatrici sempre più frequenti.

Come cercano di risparmiare le famiglie
Dal canto loro i genitori, con pari intensità nelle diverse Regioni, sottolineano i costi elevati di tutto ciò che serve ai figli più piccoli: a causa del periodo di crisi i pannolini sono giudicati una spesa alta dal 57% di mamme e papà, che in questo momento considerano pesanti per le proprie tasche anche apparecchi per i denti – 37%, occhiali – 25% e correttori ortopedici come scarpe e plantari – 21%. Restano ancora poco adottate strategie di risparmio come gli acquisti on-line – 25,3% o di gruppo – 5,7% ma è solo questione di tempo. Da queste indagini emerge una mancata o scarsa consapevolezza, da parte della popolazione generale, dell’importanza della tutela della salute e del benessere dei bambini fin dai primissimi anni di vita, momento nel quale invece si pongono i presupposti di una salute futura e duratura. Una disattenzione rivelata, in primo luogo, dalla poca conoscenza e adesione anche a iniziative che non hanno costo, come ad esempio il calendario vaccinale uniforme, o dal fatto che i bambini italiani, nonostante la dieta mediterranea sia riconosciuta come la migliore e la più sana, siano diventati i più obesi d’Europa. Aspetti, tutti, da non sottovalutare e aggravati dall’esistente crisi socio-economica che ha messo in discussione anche i principi fondamentali di tutela della salute, quali il pagamento di ticket o la cura dei più piccoli.

Ricorrere alla sanità pubblica è una soluzione
Eppure le misure per continuare a occuparsi in modo adeguato della salute dei figli ci sono: il sistema sanitario italiano si distingue senza dubbio in Europa e nel mondo per il suo carattere universalistico, per le eccellenze diffuse e per la presenza di pediatri dediti ad assistere i più piccoli a partire dai primi giorni di vita, in modo totalmente gratuito. Questo vale sia per la disponibilità dei pediatri, sia per gli specialisti, sia per quanto riguarda la prevenzione della salute orale, che secondo le associazioni degli odontoiatri lascia a desiderare: sempre più genitori rinunciano, per motivi economici, a far mettere l’apparecchio ai figli e perfino a sottoporli a controlli. Le soluzioni, per quanto barcollanti, ci sarebbero: ricorrere ai pediatri di famiglia e non agli specialisti privati, programmare per tempo una visita specialistica pur tenendo conto dei tempi di attesa. Ricorrere, per quanto riguarda le cure ai denti, agli ambulatori pubblici, anche se il loro numero è limitato sui territorio nazionale e anche in questo caso i tempi di attesa sono lunghi. La nascita di un osservatorio come Paidòss vuole fornire risposte alle necessità dell’assistenza sanitaria ai bambini nel nostro Paese, attraverso una stretta collaborazione con le Istituzioni, nel concreto interesse dei più piccoli.

Giorgia Andretti

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