Nei primi giorni la messa a fuoco non va oltre i 25 centimetri: giusto per riconoscere il viso della mamma. Il progresso è rapido e in pochi mesi gli occhi iniziano a scoprire il mondo.
Fino a qualche anno fa si pensava che, alla nascita, i bambini non potessero vedere niente e percepissero solo la luce e il buio. Oggi si sa che questo non è vero e che il neonato riesce a mettere a fuoco una distanza di circa 20-25 centimetri, una vista particolarmente adeguata alle sue attuali esigenze. Per ora infatti non gli serve vedere più in là: questa è la distanza che normalmente c’è tra i suoi occhi e il viso della mamma quando lo tiene in braccio o lo allatta, la persona che in assoluto lo rende tranquillo e appagato, che lo protegge e lo nutre.
Primo mese
Se guarda lontano tutto gli appare confuso. I suoi occhi non hanno ancora la capacità di focalizzare un oggetto a grande distanza, non lavorano all’unisono e capita che uno ruoti fuori dalla linea dell’altro provocando il cosiddetto “strabismo neonatale”: questo fenomeno però non deve preoccupare, perché scompare nelle successive settimane di vita, quando si sviluppa la prima visione binoculare e si rafforzano i muscoli che muovono e coordinano l’orientamento degli occhi.
In questo primo periodo inoltre il bebè preferisce le forme in movimento più che quelle statiche (è attratto dal contorno degli occhi e dalla bocca della mamma), le linee curve prima che quelle dritte (il seno della mamma), ama gli oggetti grandi e luminosi e predilige i forti contrasti di luce e ombra.
Il neonato dunque (per la perfetta predisposizione naturale!) vede ciò che ha bisogno di vedere e schiva la confusione che gli deriverebbe dal vedere cose che non avrebbero importanza per lui nei primi giorni di vita. Il bambino è tanto debole e indifeso da non avere interesse a una visione più ampia del mondo che lo circonda, ma fin dall’inizio deve avere un contatto visivo con la propria madre, uno sguardo che dà origine al profondo legame affettivo che si crea tra i due fin dal primo momento di vita. Per favorire lo sviluppo della facoltà visiva, la mamma può stimolare il piccolo quando lo allatta al seno o lo tiene in braccio, rivolgendo i suoi occhi verso quelli del piccolo, in questo modo viene a strutturarsi un gioco di sguardi essenziale oltre che per la vista per stimolare lo sviluppo mentale e affettivo.
Due-tre mesi
In questo periodo la capacità visiva del neonato aumenta molto rapidamente e il suo campo visivo si estende a 30-40 centimetri anche per una migliore mobilità della testa. Ora esplora con gli occhi lo spazio che lo circonda, sia persone che cose in movimento, si interessa alle diverse parti del volto umano, è attratto dalle tinte forti come il rosso, il blu e il verde e dalle luci intense. Ora è in grado di distinguere forme diverse e la coordinazione dei movimenti di entrambi gli occhi diventa sempre più stabile, rendendolo capace di fissare a lungo i volti e di riconoscere quello della mamma.
Quattro-sei mesi
Adesso gli occhi del bambino sono a metà del loro sviluppo. La visione dei colori è simile a quella degli adulti, riesce a vedere bene nel raggio di parecchi metri intorno a sé e la sua abilità di mettere a fuoco le immagini migliora sempre di più. Migliorano le sue capacità di coordinare vista e movimento, riesce a seguire con gli occhi gli oggetti in movimento, inizia ad afferrare gli oggetti e passa molto tempo ad osservarli tra le sue mani.
Riconosce perfettamente il viso dei genitori e dei familiari e sa distinguere anche le loro diverse espressioni.
In questo periodo, visto che il neonato sta nella porte-enfant o nel passeggino, è opportuno collocarlo ogni volta in un angolo diverso della casa, perché la modificazione dell’ambiente che lo circonda serve a stimolare il suo spirito di osservazione e tiene desta la sua attenzione.
Sette mesi-un anno
Il bambino acquisisce la padronanza dei movimenti oculari e del meccanismo di apertura e chiusura delle palpebre, e per questo analizza sempre più da vicino gli oggetti, esplorandoli con attenzione nei dettagli. Il passaggio dalla posizione sdraiata a quella seduta, dal muoversi strisciando sul ventre al gattonare e infine al raggiungimento della posizione eretta, gli consentono di migliorare le sue capacità di apprendimento grazie proprio alle aumentate competenze visive. A un anno le immagini gli appaiono con i contorni ben delineati e i colori ben definiti.
Due-sei anni
A due anni il bambino perfeziona la capacità di localizzare e mettere a fuoco i particolari delle cose e comincia ad indicare le cose lontane anche se parecchio distanti da lui e di piccole dimensioni.
Muovendosi e camminando sempre più agevolmente, sviluppa sempre meglio la percezione visiva dello spazio. Intorno ai tre, quattro anni si sviluppa la capacità di riuscire a dissociare i movimenti degli occhi da quelli della testa e il bambino è in grado di riconoscere facilmente e identificare correttamente le varie sfumature dei diversi colori.
Solo a sei anni, però, il processo di maturazione dell’occhio sarà completato e il bambino avrà la capacità di vedere bene i dieci decimi.
Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Psichiatra – Psicoterapeuta- laureata in psicologia clinica