Gravidanza e nausea, se è troppo intensa può nuocere al feto, va prevenuta

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Gravidanza e nausea, se è troppo intensa può nuocere al feto, va prevenuta

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Kate Middleton è solo la più famosa tra le future mamme che, nei primi mesi della gravidanza, hanno sofferto in modo intenso di iperemesi gravidica, termine scientifico per indicare una nausea molto intensa, che provoca vomito e un malessere tale da non poter ingerire nemmeno una piccola quantità di cibo, senza doverlo subito vomitare. La duchessa di Cambridge, che dovrebbe dare alla luce il suo secondogenito proprio in questi giorni, solo negli ultimi tempi si è sentita meglio. Infatti l’iperemesi gravidica si presenta soprattutto all’inizio della gravidanza e solitamente scompare attorno al quarto mese, ma nei casi più seri può prolungarsi fino al sesto. Come lei, tante altre donne in tutto il mondo la gioia di diventare mamma è stata in parte rovinata da questo fastidioso malessere che oggi, pur con i progressi della medicina, non è semplice tenere a bada.

Quando è necessario, si va in ospedale
Eppure è necessario mettere in atto tutte le strategie possibili per combattere la nausea: infatti questa situazione può avere ripercussioni sul benessere del bambino in arrivo. Le continue crisi di vomito portano la futura mamma a non poter alimentarsi e idratarsi a sufficienza, perché la nausea non permette di ingerire nemmeno briciole di pane o un sorso d’acqua. Inoltre, nei casi estremi si rende necessario il ricovero in ospedale, dove la donna ricevere liquidi, zuccheri minerali e altri nutrienti attraverso una flebo. Senza contare il monitoraggio continuo per controllare che i conati abbiano creato disturbi come il distacco di retina o problemi all’esofago. Se non vengono messe in atto misure per ridurre la nausea, esiste il rischio che il bambino vada incontro a deficit di sviluppo, come problemi di attenzione e disturbi del linguaggio. Infatti il feto, se la donna non riesce ad alimentarsi, non ricevere le sostanze indispensabili per il suo sviluppo fisico e nervoso. Il rischio e’ maggiore se i sintomi si presentano prima della quinta settimana di gestazione.

Uno studio dimostra il legame con i nutrienti
E’ quanto emerge da uno studio della David Geffen School of Medicine della University of California, pubblicato sulla rivista European Journal of Obstetrics and Gynecology and Reproductive Biology. Lo studio ha esaminato 312 bambini nati da 203 madri con iperemesi gravidica tra il 2007 e il 2011 e 169 bambini nati da 89 madri che invece non ne soffrivano. Gli studiosi hanno riscontrato che i bambini esposti in utero ad iperemesi gravidica avevano un rischio 3,28 volte maggiore di andare incontro a problematiche come disturbi di attenzione, sensoriali e di apprendimento, oltre che ritardi linguistici. Gli esperti ribadiscono come sia essenziale prendere sul serio l’iperemesi gravidica in modo che chi ne soffre possa ottenere un supporto nutrizionale fin da subito. Oggi, per fortuna, gli esperti sono incoraggiati dal fatto di non aver riscontrato alcuna correlazione tra i farmaci per il trattamento di questo disturbo e ritardi dello sviluppo neurologico. È quindi possibile ipotizzare che i disturbi del linguaggio e del comportamento siano più probabilmente causati da carenza di nutrienti all’inizio della gravidanza. La nausea gravidica insomma è un disturbo da non sottovalutare e da segnalare sempre al ginecologo. Se i rimedi classici come gli spuntini frequenti, secchi e salati, il bracciale per l’acupressione, lo zenzero meglio conosciuto come ginger, non sono efficaci, solo il medico può prescrivere antiemetici: alcuni, per esempio certi antistaminici, non hanno effetti negativi sul feto e permettono alla madre di alimentarsi almeno un po’.

Sahalima Giovannini

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