Celiachia e gravidanza, la malattia può rendere difficoltoso il concepimento

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Celiachia e gravidanza, la malattia può rendere difficoltoso il concepimento

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La celiachia non causa soltanto dolori addominali, diarrea e problemi nella crescita; infatti può manifestarsi anche in una maniera molto subdola, rendendo difficoltoso il concepimento. Questo malattia su base autoimmunitaria, infatti, non solo rende problematico il concepimento, ma può anche causare ripetute interruzioni di gravidanza. Gli esperti lo ipotizzano ormai da anni, al punto che in alcuni casi, a donne con ripetuti aborti spontanei, veniva suggerito di sottoporsi ai test e, nel caso di positività procedere all’eliminazione del glutine dalla dieta. Oggi questa ipotesi è divenuta una certezza: lo hanno scoperto alcuni esperti dell’UOC di Gastroenterologia del Policlinico Gemelli di Roma, in un progetto svolto in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità. È stato infatti accertato che gli anticorpi specifici presenti in questa malattia attaccano oltre che il glutine anche la placenta, distruggendo le sue cellule e non permettendo al feto di annidarsi nell’utero e svilupparsi correttamente.

Gli anticorpi attaccano la placenta
Sulla base di quanto detto precedentemente si comprende come la celiachia è correlabile a diversi problemi ginecologici, dagli aborti ricorrenti, a ritardi di sviluppo neuro-fetale, come anche ai parti prematuri. Gli esperti hanno anche notato che in un caso su due, una donna con celiachia che non segue una dieta senza glutine va incontro ad aborti ricorrenti. In particolare, tra gli anticorpi prodotti dall’organismo della persona affetta da celiachia ci sono quelli attivi contro l’enzima transglutaminasi, che ha la funzione di demolire la gliadina, una componente del glutine. I ricercatori della Cattolica di Roma hanno dimostrato come tali anticorpi anti-transglutaminasi siano in grado di determinare un danno diretto alla placenta ed alla sua funzionalità, inibendo la capacità invasiva delle cellule placentari e la formazione di vasi sanguigni (angiogenesi), condizioni essenziali per permettere all’embrione l’impianto nella cavità uterina. Gli esperti hanno inoltre studiato campioni di placenta di donne celiache nel rispetto della dieta priva di glutine: la gravidanza era portata a termine senza difficoltà.

Ecco come iniziare a togliere il glutine
L’unica soluzione pertanto è seguire una rigorosa dieta senza glutine a partire da almeno sei mesi prima del concepimento, in modo da ridurre a zero la presenza dei temibili anticorpi anti-transglutaminasi altrimenti presenti nel circolo sanguigno di soggetti celiaci. Il ginecologo dovrebbe inoltre insospettirsi di fronte a una donna che ha avuto aborti ricorrenti e dovrebbe quindi suggerire lo screening diagnostico per escludere la presenza di celiachia. La celiachia può essere tenuta efficacemente sotto controllo eliminando il glutine dall’alimentazione quotidiana: una volta eliminato il glutine dalla dieta, la mucosa intestinale andrà incontro ad una progressiva ricrescita dei villi con miglioramento della sua funzionalità nel giro di alcuni mesi e pieno recupero entro un anno. Per iniziare la dieta corretta occorre rivolgersi a un medico esperto e possono essere necessari alcune settimane per acquisire una certa abilità a riconoscere gli alimenti innocui. Vanno eliminati tutti i cibi e gli ingredienti derivati da grano, orzo, segale, avena, farro, kamut, cous-cous. È invece possibile consumare cereali solo se preparati con farina di riso o di mais – privi di glutine. Questi prodotti sono facilmente riconoscibili sui banconi dei negozi e dei supermercati grazie al logo della spiga sbarrata e la scritta: gluten free.

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile Scientifico di Guidagenitori.it

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