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Acido folico amico del linguaggio

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Uno studio norvegese ha rilevato che l’acido folico o vitamina B9 riduce il rischio di ritardo mentale nei bambini oltre che previene i difetti di sviluppo del tubo neurale.

Da tempo si conoscono i benefici dell’acido folico o vitamina B9 sullo stato di salute del nascituro. È noto, infatti, che assumere in quantità adeguata questa sostanza prima dell’inizio della gravidanza o, per lo meno, nei primi tre mesi di gestazione, previene le malformazioni del tubo neurale. Non sono solo questi i suoi meriti nei confronti della salute del nascituro: prendere l’acido folico in gravidanza ridurrebbe il rischio di ritardi del linguaggio nel bambino.

Più acido folico, meno problemi di linguaggio
E’ la conclusione alla quale sono arrivati i ricercatori dell’Istituto di Sanità pubblica di Oslo. Il periodo migliore nel quale assumere acido folico è compreso tra le 4 settimane prima e le 8 settimane successive al concepimento. Lo studio condotto ha dimostrato che l’acido folico riduce in modo significativo i rischi di gravi ritardi nel linguaggio del bambino all’età di 3 anni. Il campione esaminato dallo studio è piuttosto ampio: ha considerato quasi 39.000 bambini, divisi equamente tra maschi e femmine. I piccoli sono nati tra il 1999 e il 2008 e, in questi 10 anni, sono stati raccolti i dati sul comportamento delle madri in relazione all’utilizzo dell’acido folico. E’ emerso che le donne che assumevano acido folico nel periodo del parto hanno dato alla luce bambini tra i quali solo lo 0,5% ha manifestato gravi ritardi del linguaggio all’età di 3 anni: molto meno rispetto a chi non ne aveva assunto. Lo sviluppo corretto del linguaggio dei nostri figli è un motivo in più per assumere una adeguata integrazione di acido folico o vitamina B9, una sostanza che non viene prodotta dall’organismo, ma che è essenziale per la sintesi del DNA e delle proteine e per la formazione dell’emoglobina. È particolarmente importante per i tessuti che vanno incontro a processi di proliferazione e differenziazione, come, appunto, i tessuti embrionali.

I rischi se non assunto a sufficienza
La carenza di acido folico nelle prime fasi della gravidanza aumenta fortemente il rischio di malformazione del feto, in particolare di difetti del tubo neurale con spina bifida o anencefalia. La carenza inoltre può dare luogo con più facilità a disturbi come ritardo di crescita intrauterina, parto prematuro, lesioni alla placenta. Per tutti questi motivi è opportuno che le donne in età fertile assumano con regolarità la vitamina nel periodo precedente e contemporaneo al concepimento. Il tubo neurale si chiude infatti entro 30 giorni dal concepimento, quando la donna spesso non sa ancora di essere incinta. Per questo motivo, tutte le donne che programmano una gravidanza o che semplicemente sono in fase riproduttiva e non applicano misure anticoncezionali dovrebbero assumere acido folico giornalmente, sia tramite la dieta che con integratori.

I cibi che lo contengono e gli integratori
L’acido folico si trova in abbondanza in alcuni alimenti come le verdure a foglia verde (spinaci, broccoli, asparagi, lattuga), le arance (e il succo di arancia dal concentrato), i legumi, i cereali, frutta come limoni, kiwi e fragole, e nel fegato. Il processo di cottura però distrugge la grande maggioranza di sostanza presente nei cibi. Per questo, è consigliabile l’assunzione di un integratore. Ogni giorno, una donna in età fertile che preveda o perlomeno non escluda una gravidanza, dovrebbe assumere una pastiglia contenente 0,4 mg di acido folico. Gli integratori di acido folico sono in vendita in tutte le farmacie e possono facilmente essere acquistati dietro presentazione di ricetta medica. E’ importante attenersi alle quantità indicate, perché anche un eccesso di vitamine non va bene.

Dott.ssa Rosalba Trabalzini
Responsabile scientifico GuidaGenitori

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