L’assenza di mestruazioni cambia da donna a donna, ma nelle mamme che allattano i tempi sono più lunghi. L’allattamento però non deve essere considerato come anticoncezionale.
Dopo la gravidanza l’utero comincia la fase di riduzione e si libera anche del suo rivestimento interno in una sorta di lunga mestruazione detta lochiazione. Le lochiazioni si manifestano con perdite genitali dette “lochi” che assumono via via colore e consistenza diversi, a seconda delle sostanze in essi contenuti. Inizialmente per i primi 2-3 giorni le perdite sono di sangue rosso brillante (lochi ematici), poi, tra il quarto e il settimo giorno dopo il parto, diventano rosso-brune con prevalenza di una componente liquida simile al siero del sangue (lochi siero-ematici); nella seconda settimana successiva al parto i lochi sono di colore giallognolo (lochi sierosi) e infine, a partire dalla terza settimana dal parto, compaiono lochi biancastri (lochi cremosi).
A cosa servono le lochiazioni
Le lochiazioni fanno parte di un processo del tutto naturale che si verifica all’interno dell’utero subito dopo il parto: comprendono l’insieme dei processi riparativi dell’utero, con la rigenerazione dei tessuti e di eliminazione dei residui della gravidanza. Questa operazione di pulizia è favorita dalle contrazioni dell’utero (morsi uterini) che cominciano immediatamente dopo il parto e l’espulsione della placenta e che durano circa due settimane. Le lochiazioni svolgono inoltre un’azione di difesa per l’organismo della mamma, grazie al loro alto potere battericida. Dopo i lochi ematici, infatti, il tessuto che riveste la parete interna dell’utero viene invaso dai globuli bianchi che formano una barriera tra la porzione più esterna della membrana che andrà incontro a sfaldamento e la parte più profonda che invece subirà un processo di rigenerazione dell’endometrio (tessuto che riveste le pareti interne dell’utero). Questa barriera divide lo strato di membrana decidua destinato a essere eliminato con i lochi ed esercita un’azione protettiva contro i microrganismi che potrebbero invadere la parete uterina.
Le regole d’igiene da seguire
Quando devono “preoccupare”
Le lochiazioni hanno una durata variabile, possono durare da un minimo di venti giorni a un massimo di sei settimane circa. Essendo un fenomeno naturale non devono assolutamente preoccupare, ma bisogna fare attenzione ad alcune manifestazioni che possono essere indice di un problema. Vediamo quali:
Quando tornano le mestruazioni
Le lochiazioni non vanno confuse con le mestruazioni. Il primo ciclo mestruale che si verifica dopo il parto è detto “capoparto” e compare dopo un periodo di tempo molto variabile da donna a donna. Può infatti avvenire subito dopo la lochiazione o ritardare di mesi dopo il parto. Il capoparto, rispetto a un ciclo “normale”, potrebbe essere più abbondante e durare qualche giorno in più del solito (8-10 giorni).
Se la neomamma allatta al seno, a causa degli alti livelli di prolattina in circolo nel sangue, le mestruazioni possono arrivare anche al termine del periodo dell’allattamento, esserci più o meno tutti i mesi o comparire saltuariamente. Tutte queste possibilità entrano nella norma e non devono preoccupare la neomamma.
Il ritorno del ciclo mestruale non controindica l’allattamento al seno anche se è stato osservato che, in coincidenza con la ripresa del flusso, si verifica una momentanea riduzione della produzione di latte. Durante questi giorni, a causa della presenza nel latte materno di ormoni femminili, può capitare che, talvolta, il lattante si alimenti meno volentieri e possono determinarsi, in modo occasionale e transitorio, disturbi digestivi, evacuazioni più frequenti e meno consistenti, irritabilità e lievi eruzioni cutanee, tutti motivi non sufficienti, tuttavia, per abbandonare l’allattamento materno. E’ falso invece il convincimento comune che con le mestruazioni il latte cambi notevolmente di sapore: è possibile invece che, a causa di un’aumentata concentrazione di sodio, cloro e altri costituenti del sangue, il latte materno assuma un sapore lievemente più salato.
Attenzione! L’allattamento non va mai considerato come metodo anticoncezionale. Nonostante l’ormone prolattina sia molto elevato (e quindi dovrebbe bloccare l’ovulazione) è possibile l’instaurarsi di una gravidanza durante il periodo dell’allattamento (anche se non fossero ancora comparse le mestruazioni). Pertanto è assolutamente consigliato l’uso di un metodo anticoncezionale in caso di rapporti sessuali.
Anna Maria Vulpiani
Ginecologa